Il principe Diego Milito, protagonista assoluto del 2010 con i nerazzurri, ha rilasciato una lunga intervista al sito della Fifa (trad. fcinter1908.it). Sul finale di stagione un po’ tribolato, che si è concluso comunque con la vittoria del Mondiale per Club, ha usato parole che lasciano trasparire ancora una grande emozione e tanta fame agonistica per la stagione in corso: “il Mondiale era uno degli obiettivi principali della stagione e siamo contenti di averlo vinto in scioltezza. E’ un torneo molto importante di per sé ma aggiunge anche lustro a quanto abbiamo fatto nel 2010. (…)Per questo siamo fieri di portare lo stemma dei campioni del Mondo sulla maglia e cercheremo di rivincere la Champions quest’anno”.
Ovviamente l’intervista non poteva non tener conto dell’evidente calo fisico subito quest’anno, dove la media realizzativa dell’argentino è notevolmente scesa. Gli infortuni nella prima parte della stagione purtroppo l’hanno tormentato, condizionando inevitabilmente gran parte delle sue presenze in campo. La necessità di farlo giocare nel torneo di Abu Dabi ha allungato notevolmente i tempi della guarigione, questo emerge anche dalle sue parole: “Non ero in perfette condizioni ma sono contento di aver recuperato per il Mondiale. Il gol contro il Seongnam mi ha ripagato dei sacrifici fatti per esserci. Poi sono stato fuori ancora ma ora sono pronto per la seconda parte di stagione, quando le partite diventano sempre di più e sempre più importanti”.
Tra i ricordi più belli citati dall’argentino spiccano i gol segnati a Siena nell’ultimo di Campionato (gol che ha regalato lo scudetto ai nerazzurri), il gol nella finale di Coppa Italia e ultimo e più importante, l’indimenticabile doppietta nella finale di Madrid. Chiusura dell’intervista con i più sinceri ringraziamenti al Genoa, primo club ad aver creduto nelle sue potenzialità e ai tifosi rossoblù ancora innamorati del Principe.
I ringraziamenti finali vanno ai grandi giocatori da cui Diego Milito ha imparato di più e a cui si ispira ancora oggi: “Il mio idolo era Francescoli ma ho imparato molto guardando Batistuta e Crespo, due grandi attaccanti che hanno segnato tanto in Italia. Anzi Crespo sta continuando a farlo. E’ un professionista fantastico.”