Milan addio scudetto, la sconfitta nel derby è difficile da digerire per i ragazzi di Allegri. Classifica alla mano, i rossoneri sono a rischio retrocessione. In quel di Milanello la bandiera bianca sventola prima che sia iniziato l’autunno. Dodici punti da recuperare sulla Juventus sono un’eternità per questo Milan. La squadra allo stato attuale delle cose non appare in grado di lottare per un posto in Champions. Di più, di questo passo il Diavolo rischia di rimanere escluso totalmente dall’Europa. Il ricordo va subito ai vari bis di Capello e Sacchi, dopo anni di trionfi in campo nazionale ed internazionale. Stagioni così si ripetono ciclicamente, quasi in maniera inevitabile. Dopo i fasti di Ancelotti e la breve parentesi Allegri, è ora di una nuova svolta. Una rivoluzione che abbracci corna e coda del Diavolo.
CORNA – Mentre il Milan si disintegrava nel derby qualcuno se la spassava in Russia con l’adorato amico Putin. L’occasione era di quelle ghiotte: happy birthday Vladimir. La disaffezione del Presidente rossonero ha ormai raggiunto un punto di non ritorno. Non basta mandare Barbara al fianco di Galliani per mostrare la presenza della famiglia. Faccia, idee, soldi. Questo un Presidente deve fare, questo Berlusconi ha smesso di fare.
CORPO – Il buon Galliani stavolta deve fare il mea culpa. Troppi acquisti insensati a centrocampo (leggi De Jong, Traorè, Costant, Montolivo), spendendo una cifra tra ingaggi e stipendi che avrebbe consentito alla società rossonera di prendere l’unico reale fuoriclasse italiano in mezzo al campo (leggi Verratti). Cedendo Ibrahimovic, va da sé fare una riflessione tecnica che ha come unico esito possibile la cessione contemporanea di Boateng. Adesso che il trucchetto è stato svelato in pochi busseranno nuovamente al Milan per averlo. Se realmente si vuole puntare sui giovani, lo si faccia, subito. Questa, la prossima, e forse l’altra ancora, sono stagioni perfette per riaprire un nuovo ciclo. El Shaarawy e De Sciglio sono soltanto due nomi in mezzo ad un oceano di talenti, italiani e non, che hanno le potenzialità per vestire la maglia rossonera. Il Milan deve tornare a riscoprire i vari Sheva, Kaka, Thiago Silva (aggiungiamoci anche Pato), senza andare a prelevare gli scarti di squadre come il Genoa.
CODA – Inevitabilmente c’è anche l’allenatore. Il cambio di modulo tanto auspicato è finalmente arrivato, però alcuni problemi sono rimasti. Cambi privi di senso, calci piazzati costantemente letali, controllo della panchina quantomeno discutibile, scelte di uomini (leggi Boateng) non più condivisibili in quella posizione (leggi trequartista). Tutte le rivoluzioni che si rispettino hanno bisogno del loro capo. E Allegri, da buon gestore qual è, non è la persona più indicata per questo passaggio storico.