Il Pallonaro

Miami Heat sepolti dalle bombe dei San Antonio Spurs in gara 3 delle NBA Finals 2013

Danny Green autore de massacro ai Miami Heat | © Pool / Getty Images

Non c’è storia alla AT&T Center di San Antonio, gara 3 delle NBA Finals 2013 sembra un massacro in cui i Miami Heat sono seppelliti dalle bombe dei San Antonio Spurs, che tornano alla vittoria dopo quella di gara 1,  guidati dai cecchini Danny Green e Gary Neal. Il duo di piccoli della compagine del texas segna in totale 51 punti, Green 27 punti in 30 muniti di gioco e Neal 24 in 25 minuti, dando il loro contributo al record di 16 tiri da 3 punti realizzati in una finale di playoff, rispettivamente 7 su 9 tentativi per il primo e 6/10 per il secondo.

Assente per gran parte della partita Tony Parker a causa di un infortunio che potrebbe precludergli la continuazione della serie, ma comunque fondamentale nella cabina di regia per il primo tempo n cui distribuisce 7 degli 8 assist totali,  di contorno ma sostanziale la presenza di Manu Ginobili, per i San Antonio Spurs si è visto il gran ritorno di Tim Duncan autore di 12 punti e 14 rimbalzi, e ancora una volta la conferma di un Kawhi Leonard con 14 punti, 12 rimbalzi e 4 palle rubate,  ancora una volta in una ottima prestazione difensiva e bravissimo a limitare LeBron James.

Danny Green autore de massacro ai Miami Heat | © Pool / Getty Images

Dalla parte dei Miami Heat si è visto ancora una volta un Mike Miller precisissimo, con 5/5 al tiro da 3 punti, numeri che gli permettono di portare la sua striscia di bombe consecutive senza errori ad 8 e a segnare un 9 su 10 nelle triple in queste finali. Diversamente da lui LeBron James che fa solo 1/5 da 3 punti, con 7/21 dal campo, riuscendo a realizzare solo 15 punti seppur conditi da 11 rimbalzi e 5 assist, resta evidente il fatto che è stato quasi annullato in attacco. Chi invece insolitamente nemmeno ci prova a tirare da 3 è Ray Allen, mentre il protagonista di gara 2, Mario Chalmers, non vede la partita e resta all’asciutto. Un Chris Bosh latente al tiro, 4/10 dal campo, si salva per i 10 rimbalzi a cui comunque aggiunge 12 punti. E’ così l’unico a cui non si può dire nulla diventa Dwayne Wade, top scorer dei Miami Heat con 16 punti,  grazie ad un 7/15 dal campo, e 5 assist.

Gara 3 – La partita

La gara inizia bene per i San Antonio Spurs, con Tim Duncan che va subito a segno e dimostra di voler cancellare i ricordi di gara 2, anche se subito dopo si trova a sbagliare due tiri liberi, però insiste, va a rimbalzo e lotta con la grinta giusta. E’ dall’altro lato che i lunghi però non riescono a fare bene, Bosh e soprattutto Haslem non riescono a concretizzare.
Per i texani il primo allungo arriva grazie ai passaggi di Tony Parker che piazza tre assist in fila, una tripla ed un tiro di Leonard e poi una schiacciata di Duncan portano il risultato sull’11-4 per la formazione di casa.

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Dwayne Wade e Mike Miller non ci stanno e fanno tornare in partita gli Heat, ma la finta con schiacciata magistrale di Manu Ginobili fa capire bene come andranno le cose, nonostante poi si giochi punto a punto fino alla fine del quarto che si chiuderà sul punteggio di 24-20 per gli Spurs.

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Il secondo quarto comincia con un tiro da 3 che parte dalle mani di Gary Neal, le stesse mani che danno l’assist del parziale +6 dato quando il tabellone segna 06:47 da una tripla di Danny Green, la sua prima della partita. Su questo punteggio gira tutto il secondo quarto e su questo punteggio si chiude dalle mani di chi ha iniziato, è infatti Neal sulla sirena a piazzare la tripla che chiude il primo tempo sul 50-44 per i San Antonio Spurs.

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L’avvio del secondo tempo è fulmineo per gli Spurs, un parziale di 9 a 2, iniziato con due tiri liberi di Tiago Splitter e terminato con due tiri liberi di Dany Gree, chenel mezzo ci mete anche l’ennesimo tiro da 3 punti, porta la squadra a +11. A questo punto per gli Heat l’unico a crederci sembra essere Mike Miller, mentre LeBron James che continua a sbagliare i tiri, sembra essere tutto tranne Re o Prescelto.  Addirittura si arriva al +19 per la squadra del Texas con Cory Joseph che  fa un gioco dai possibili tre punti seppur sbagliando il libero aggiuntivo.
Arriva così nei due minuti di finale del terzo quarto il risveglio di King James che segna 9 punti di seguito, ma poco prima della sirena è la schiacciata di potenza di Tiago Splitter trovato libero da uno splendido passaggio di Manu Ginobili che mette a posto le cose, sul 78-63, e ribalta la stoppata subita in gara 2.

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Il quarto quarto diventa subito una formalità, Gary Neal è ancora ispirato e piazza due triple consecutive, e con le giocate di Leonard in schiacciata e Green da 3 il  vantaggio diventa di 28 punti, tra l’altro quest’ultimo ormai sicuro di se ne piazza ben tre consecutivamente.
Si può così già pensare alla prossima gara perchè il finale di gara porta lentamente ed inesorabilmente al +36 del 113-77 per i padroni di casa.

Alla fine ci accorgiamo ancora una volta che le palle perse hanno avuto un ruolo fondamentale in questa partita come in tutta la serie, le 16 perse dai Miami pesano molto di più delle 12 perse dai San Antonio, ma diversamente dalle altre gare giocate fino ad ora, di rimbalzi ne ha presi di più chi poi a vinto, 52 per gli Spurs contro i 37 degli Heat.

Gara 4 sarà ancora una volta fondamentale, specialmente per gli Heat che se vogliono davvero bissare il successo dello scorso anno devono dimostrare di essere una squadra salda. Attendiamo la prossima partita e avremo le idee chiare.

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San Antonio Spurs – Miami Heat 113 – 77

San Antonio:
Green 27 punti , Neal 24, Leonard 14, Duncan 12.
Duncan 14 rimbalzi, Leonard 12.
Parker 8 Assist, Ginobili 6.

Miami:
Wade 16 punti, James 15, Miller 15, Bosh 12.
James 11 rimbalzi, Bosch 10.
James 5 Assist, Wade 5, Bosh 4.

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