La figura di Matteo Gianello, ex portiere di riserva del Napoli, è una delle pedine chiave nel filone napoletano dell’inchiesta calcioscommesse e proprio il suo ruolo può essere considerato una sorta di ago della bilancia in prospettiva delle penalizzazioni finali che potrebbero riguardare anche la situazione di classifica del Napoli.
Il procuratore federale Stefano Palazzi, infatti, ha chiesto un punto di penalizzazione per il Napoli, mentre per Paolo Cannavaro e Gianluca Grava ha chiesto nove mesi di squalifica per omessa denuncia della combine tentata, ma non riuscita, per iniziativa dello stesso Gianello prima di Sampdoria-Napoli del 2010.
Ma, come detto, è la posizione di Gianello a essere decisiva per la posizione del Napoli: inizialmente, la difesa dell’ex portiere aveva chiesto il patteggiamento per provare ad ottenere uno sconto di squalifica, da 3 anni e 3 mesi a sedici mesi, ma poi la Disciplinare ha rifiutato tale accordo e, dunque, la strategia difensiva del portiere è radicalmente cambiata evitando di chiedere un altro patteggiamento ma preferendo la derubricazione da illecito a slealtà sportiva. In ogni caso, l’aspetto su cui la difesa del Napoli punta per provare a evitare la penalità in classifica è il fatto che Gianello non sia mai sceso in campo in quella stagione e che, dunque, rivestiva un ruolo marginale in squadra e, soprattutto, che il portiere non sarebbe attendibile, definendo le sue dichiarazioni “da manuale di soggetto inattendibile”.
Tale questione sembra assumere un ruolo molto importante in riferimento al fatto che, invece, secondo il procuratore federale Stefano Palazzi, Matteo Gianello sarebbe attendibile, motivando tale considerazione con riferimento alla posizione di Fabio Quagliarella nella vicenda.
Matteo Gianello, infatti, con le sue parole ha scagionato Quagliarella – ai tempi del 2010 in forza al Napoli – da ogni tipo di coinvolgimento da quella combine, ma non ha fatto lo stesso nei confronti di Paolo Cannavaro e di Grava: alla luce di ciò, secondo Palazzi, Gianello è attendibile e Cannavaro e Grava meritano la squalifica di nove mesi per omessa denuncia, e Palazzi puntualizza con un quesito la sua idea: “Perché avrebbe scagionato Quagliarella e non Grava e Cannavaro?”.
Secondo la difesa dei due calciatori del Napoli, invece, le parole di Gianello sarebbero incongruenti e nel processo mancherebbe proprio la figura di Fabio Quagliarella, ma per comprendere il perchè di tale osservazione, è necessario far riferimento alle dichiarazioni del poliziotto-amico dello stesso Gianello al quale il portiere avrebbe confidato il suo tentativo di combine prima di Sampdoria-Napoli.
Secondo quanto riferito dal poliziotto, infatti, Matteo Gianello avrebbe proposto di alterare il risultato di quel match tanto a Paolo Cannavaro e Gianluca Grava quanto a Fabio Quagliarella, ricevendo da tutti e tre un secco rifiuto. Le parole del poliziotto, dunque, non spiegherebbero perchè Gianello possa essere ritenuto credibile nello scagionare Quagliarella e nel confermare le accuse solo per i due giocatori del Napoli su cui, come detto, incombe l’omessa denuncia che non riguarda, invece, l’attuale attaccante della Juventus.
Per tale ragione, i legali di Cannavaro e Grava, gli avvocati Ruggiero Malagnini e Luisa Delle Donne, hanno sottolineato che “o mente Gianello o mente il poliziotto” facendo leva proprio sull’incongruenza delle due versioni dei fatti rilasciate dai due.