E’ passato un mese da quella maledetta domenica di Sepang, quel giorno che ha strappato a Marco Simoncelli la vita lasciando un vuoto in ognuno di noi. Non è retorica ma la sensazione che ancora provo e prova la gente quando si torna a parlare di Marco Simoncelli. E’ scontata la frase “si capisce l’importanza delle persone solo nel momento in cui non ci sono più” ma è reale, mi piace la motoGp ma non sono un appassionato e del Sic oltre alle magie in pista che entusiasmavano chiunque mi sono accorto che mi mancano le sue comparsate su Radio Virgin, la sua schiettezza e semplicità mi mettevano di buon umore e mi lasciavano il sorriso sulle labbra inconsciamente.
Di Marco Simoncelli si è detto e proposto di tutto ma oggi che è un mese dalla sua scomparsa è ancor più evidente che non si è trattata di una morte normale. La morte del Sic ha presentato al mondo una famiglia speciale, papà Paolo e mamma Rossella distrutti dal dolore hanno mostrato al mondo una umiltà straordinaria e contagiosa facendoci pentire di aver conosciuto un’altra parte così vera e bella del Sic solo in un momento tragico. Se cronologicamente un mese è passato con la vita che inevitabilmente deve andare avanti Marco Simoncelli continua a vivere nella sua Coriano dove il pellegrinaggio, le visite, gli attestati di stima continuano ad arrivare copiosi ed incessanti così come le proposte per ricordarlo nel mondo dei motori. Il minuto di casino a Valencia al suo nome al circuito di Misano, il 58 e Marco Simoncelli compariranno sulla Citroen de Vale Rossi al Rally di Monza e al Sic sarà ovviamente dedicato il Motorshow il prossimo mese.
Sul suo sito ufficiale campeggia ancora la bellissima lettera scritta dalla sua amata Kate ed ogni volta che capita di leggerla riesce sempre ad emozionarmi e lasciare un nodo in gola che si conclude con le parole di Henry Scott Holland “morire non è niente”