Alla faccia del fair play finanziario. Il Manchester City ha chiuso l’anno 2010-2011 con pesanti perdite di bilancio che si aggirano intorno ai 227 milioni di euro battendo ogni record di perdite mai regisrate in Premier League.
Il proprietario del club, lo sceicco Mansour, che dal suo avvento – nel 2008 – si è sbizzarrito in acquisti onerosissimi e concesso ingaggi faraonici, ha superato di gran lunga il magnate russo Roman Abramovic che con il suo Chelsea nel 2005 aveva registrato un passivo di 164 milioni di euro. Robinho, Shaun Wright-Phillips, Carlos Tevez, Emmanuel Adebayor, Kolo e Yayà Toure, David Silva, Aleksandar Kolarov, Mario Balotelli, Edin Dzeko, Gael Clichy, Samir Nasri e Sergio Aguero è solo una parte di una lunga lista degli acquisti voluti dallo sceicco per portare il secondo club di Manchester sugli stessi livelli dei cugini dello United per un totale di 700 milioni di euro spesi in 3 anni. In particolare è significativo l’esborso quest’estate di 45 milioni di euro, la cifra record in Premier League spesa per un calciatore, per prelevare dall’Atletico Madrid Aguero e strapparlo alla concorrenza della Juventus che aveva messo le mani sul giocatore.
Quarantacinque milioni che sembrano noccioline in confronto a quanto lo sceicco paperone aveva proposto a gennaio del 2009 al Milan per Kakà con i rossoneri, lo ricordiamo tutti, che avevano vacillato davanti all’esorbitante offerta e praticamente venduto la sua stella per una cifra superiore ai 100 milioni di euro – poi l’operazione non andò in porto per il rifiuto del fantasista brasiliano di andare a giocare nel Manchester City che allora non era ancora la potenza diventata oggi, e quest’state al Real Madrid per Cristiano Ronaldo con Mansour che sarebbe stato disposto a versare nelle casse del club madridista la bellezza di 180 milioni di euro in contanti e ad offrire un ingaggio di 23 milioni a stagione al giocatore pur di vedere con la maglia dei Citizens l’asso portoghese.
Tornando alle perdite registrate, il calcolo non tiene però conto degli introiti che il City riceverà per la sponsorizzazione dello stadio dalla Etihad Airways, la compagnia aerea sempre di proprietà di Mansour, che garantisce un’entrata di circa 40 milioni di euro, e i ricavi Champions di quest’anno.
Nonostante ciò, a pochi anni dall’entrata in vigore del fair play finanziario (si potrà spendere solo quanto si guadagna, per i primi anni ai club sarà consentito un massimo di perdite già prestabilito ma che queste dovranno sparire del tutto nella stagione 2018-2019) voluto dal presidente della Uefa Michel Platini e che bisognerà rispettare se i club vorranno partecipare alle competizioni europee, il City, che attualmente sta dominando in Premier League, ha bisogno di porre un freno a tutte queste spese folli e mettersi in regola con il bilancio. Un’operazione questa già prevista per il risanamento del club come ha affermato il responsabile operativo del Manchester City Graham Wallace.