Il grande cestista americano festeggia il suo 50esimo compleanno. Una carriera costellata di successi, ma afflitta anche da un dramma: Magic combatte da 18 anni contro il virus Hiv evitando l’Aids. E con la sua fondazione anche oggi continua a fare magie
Una mattina del 1980 l’amico e compagno Kareem Abdul Jabar lo chiamò: “Non sto bene, stasera non posso giocare. Mancavano poche ore a gara 6 della finale Nba contro Philadelphia. Ervin “Magic” Johnson rispose: “Tranquillo, ti sostituisco io”. Quella sera Magic, che era un playmaker, giocò da pivot, e lo fece alla grande, trascinando i Lakers alla vittoria e segnando 42 punti. Play atipico, con i suoi 2 metri e 6, sapeva adattarsi a qualsiasi ruolo. Magic, è riuscito ad adattarsi persino a un avversario durissimo come il virus Hiv. Il campione dei Lakers annunciò di essere sieropositivo l’8 novembre 91, ma pochi mesi dopo prese comunque l’aereo per Barcellona: da bravo showman qual’era non volle perdersi la festa del Dream Team all’Olimpiade del 92. Seppe vincere anche la resistenza dei colleghi che avevano paura del contagio e dopo quattro anni di assenza fece il suo rientro nella Nba nel 96, giocando ancora alla grande nonostante i 37 anni.
Si scontrò un’ultima volta con Michael Jordan, nella sfida fra i miti dell’Nba. Magic ha vinto un po’ meno di Air, 5 titoli, ma vanta un primato difficilmente raggiungibile, unico rookie della storia a vincere il titolo di Mvp delle finali. La maglia 32 è stata ritirata dai Lakers, i suoi assist no look sono entrati nella storia, faccia da una parte palla dall’altra, lui ha saputo guardare dritto negli occhi la malattia e sfidarla. Con la sua Magic Johnson Foundation raccoglie fondi per la ricerca scientifica e da 18 anni lotta con il virus evitando l’Aids. L’ennesima magia di Magic.
da: sky sport
NBA.com invece ha raccolto la top ten delle dieci migliori giocate per festeggiare il grande Magic