Neanche fosse l’ultima moda estiva, il cambio di maglia con dichiarazioni al veleno o i baci sulla nuova casacca (Ibra docet), arrivano con la puntualità di uno svizzero (nonostante il giocatore in questione sia brasiliano) le parole infuocate di Lucio nella prima conferenza stampa dopo l’approdo in casa Juventus. L’addio con l’Inter non sembrava aver lasciato fratture o rancori sopiti da ambo le parti, con la società di Corso Vittorio Emanuele da una parte che necessitava di un taglio al monte ingaggi e alla soglia anagrafica di una difesa fin troppo avanti con l’età, e dall’altra lo stesso Lucio che rivendicava nuovi stimoli dopo aver vinto praticamente tutto con i colori nerazzurri. La rescissione consensuale del contratto sembrava prevedere un lieto fine per entrambi, con tanti saluti e l’approdo al Fenerbaçhe, quando nessuno poteva aspettarsi una manovra di mercato con l’ombra della Juventus pronta all’ingaggio a costo zero di un validissimo elemento. A questo punto a sentire le parole di Lucio viene da chiedersi come si possa in una decina di giorni cambiare completamente opinione sulla propria ex squadra e appoggiare la causa bianconera in modo totale, con una puzza di paraculismo (scusate il termine) fin troppo evidente.
È lecito farsi delle domande su quanto determinati calciatori manchino di rispetto prima che ai colori delle società calcistiche agli stessi tifosi che cantano a squarciagola i loro nomi, come quando lo svedese più innamorato del denaro che del pallone, posava baciando la nuova maglia del Barcellona dichiarando ai quattro venti di essere prima juventino, poi interista, poi azulgrana, milanista e infine qatariota sin da bambino.
Bene il tempismo di Lucio lascia quasi a bocca aperta sbaragliando tutti. Alla domanda (quasi inevitabile) che si pone a un ex nerazzurro, “Quanti scudetti ha vinto la Juve?’, il brasiliano senza nemmeno esitare un secondo risponde: “La penso esattamente come il nostro presidente, sono 30”. E anche il tifoso più scettico a questo punto sente che c’è qualcosa che non va, perché a stessa domanda, posta solo qualche giorno indietro siamo tutti sicuri che la risposta sarebbe stata un’altra.
Lucio non contento, magari anche nella speranza di ottenere consensi popolari nel nuovo ambiente rincara la dose:
“Dopo la scorsa stagione all’Inter avevo deciso di voltare pagina – ha voluto spiegare il difensore brasiliano dal ritiro a Chatillon dei bianconeri -, ora sono felice di essere qua: la Juventus è una grande squadra. Ho scelto questo club perché credo nel progetto e volevo continuare a giocare ad alto livello. Sono uno che onora sempre la maglia e spero di dare il massimo .Se dovessi fare un gol all’Inter esulterei? Come ho detto prima, adesso dipendo dalla Juve, è la mia squadra e sicuramente per me è una situazione normale…. esultare non è un problema”.
Per la serie ‘sputo nel piatto dove ho appena finito di mangiare’. I tifosi nerazzurri sono belli che vaccinati a queste tipologie di situazioni, dopotutto con il passaggio di Ronaldo nell’altra sponda del naviglio, il tradimento calcistico è un affare ben metabolizzato, ma sinceramente il voler prendere in giro i tifosi, con questi atteggiamenti sicuramente poco eleganti fa capire come nel calcio il rispetto e la riconoscenza siano un concetto noto solo a pochi eletti.