C’è chi sentiva “il rumore dei nemici” e chi sente “il tintinnio delle manette“. La sconfitta arrivata ieri sera per mano della Juventus brucia terribilmente nell’ambiente laziale e nelle sue dichiarazioni il presidente Lotito cita addirittura Tangentopoli: “Sento un tintinnio di manette. Non si tratta di errori ma della necessità di verificare se e perché si manipola la classifica“. Al massimo dirigente laziale non sono andate giù le discutibili decisioni arbitrali del posticipo, su tutte l’espulsione di Ledesma e il rigore negato a Floccari, entrambe sul punteggio di 0-0. Ma il polverone alzato da Lotito non è passato inosservato e il procuratore federale Palazzi ha deciso di convocarlo per discutere delle accuse rivolte al “sistema”.
Quello che colpisce veramente è la disparità di giudizio sugli episodi di gioco, con alcune squadre che si vedono concedere rigori e falli abbastanza generosi (la Roma tanto per citarne una) ed altre che nel computo finale del campionato vengono penalizzate in maniera pesante, visto che con una classifica cosi corta uno o due punti in più possono cambiare l’intera stagione. Ma tutto questo non sembra far parte di un disegno predefinito, ma di errori dovuti più al “fattore umano” tra inesperienza e una certa sudditanza che rimane una costante del calcio italiano.
Ad ogni modo Lotito che ha fatto del “calcio pulito” il suo slogan emblematico dovrebbe ricordarsi i punti di penalizzazione dell’era Calciopoli e di alcune intercettazioni che hanno lasciato più di qualche ombra sulla sua Lazio.
lotito cambia gli occhiali