Chiamatela pure iella. Nicklas Bendtner si è rotto sul più bello. Ma come, direte voi, c’è mai stato un “bello” nell’avventura italiana di Bendtner? Effettivamente bisognerebbe chiamare Baker Street e chiedere lumi al suo inquilino, ma non è questa la via giusta secondo me. La Juventus si rende conto perfettamente della situazione. E si dispera, perché un pacco come il danese raramente si è avvistato sotto la Mole. Considerati i tempi di vacche magre attraversate dal nostro Paese, crediamo che Agnelli abbia deciso di optare per un taglio di fondi drastico “lato panettoni”, lasciando Marotta e Paratici a mani vuote. Dai Beppe, c’è sempre il Pandoro. Riviviamo la folgorante ascesa di Nicklas Bendtner in bianconero, dal suo strano arrivo in Italia fino alla tragicommedia contro il Cagliari.
FALSA PARTENZA – Che qualcosa non andasse nel ragazzo lo si è potuto appurare fin dal primo giorno in cui è sbarcato nel nostro Paese. Mentre tutti boccheggiavano tra le vie di Torino per una delle estati più calde degli ultimi 30 anni, arriva lui, Bendtner. Voi direte, è danese quindi il caldo dovrebbe fargli un effetto ancora più devastante di quanto abbia fatto a noi. Macché! Maglione a collo lungo come se fossimo in pieno inverno, e primi sguardi atterriti dei tifosi, che dalla goia iniziale si mettono sulla posizione del Chi va là.
TRA TOP E TOPPA – A volte la mente umana è davvero indecifrabile, riesce a stupire con associazioni pericolose, come Bendtner alla parola top. Sì, toppa semmai. Doveva arrivare Van Persie, niente. Si era allora parlato di Jovetic, niente. Era scoppiato un casino con Berbatov, e pure lui niente. Dopo Berbatov c’era solo il danese disponibile. E tu che fai, non lo prendi? Ma anche no.
SPASMODICA ATTESA – Il debutto di Nicklas Bendtner ha fatto registrare un’attesa che neanche per il primo tweet del Papa c’è stata. Trascorrono 22 giorni esatti prima di assistere al suo ingresso in campo. Sostituisce Quagliarella in Juventus-Chievo quando mancano dieci minuti al termine e il risultato è sul 2-0. Per la serie, non facciamoci del male. Quei dieci minuti saranno sufficienti per rivederlo dopo un altro mese, stavolta come titolare, in Catania-Juve. Dai, allora così toppa non è.
381 – No, non sono i gol in carriera di Bendtner. Sono i minuti giocati dal danese nei primi quattro mesi in Italia. E qui con ogni probabilità si fermerà pure. E’ proprio vero che più sei bravo e più la negatività delle persone ti mette di fronte a un destino crudele. Che male aveva fatto Bendtner per meritarsi una fine così? Proprio adesso che stava ingranando, che stava entrando sotto la pelle dei tifosi. Toh, ha fatto crac anche lui. Vuoi vedere che è stato Drogba che voleva soffiargli il posto?