Poco più in un anno fa la querelle tra il presidente della Lazio Claudio Lotito e Goran Pandev riempiva le pagine dei giornali, faceva insorgere l’assocalciatori e imponeva l’intervento del Tribunale Sportivo per derimere la controversia.
Come finì lo sappiamo tutti, ma a distanza di un anno scopriamo che Lotito non era un visionario e dietro l’ostracismo al rinnovo del macedone c’era un accordo preso con i nerazzurri oltre il tempo consentito. A dire il vero questa strategia in via Durini è da tempo passi consolidata, basta andare a rivedere i casi Stankovic e Suazo per rinfrescarsi la memoria o ascoltare le dichiarazione di Stam sui tentativi dell’allora laziale Mancini di portarlo con se in nerazzurro.
Ma torniamo ai giorni nostri. Ci teniamo a precisare che sarà l’ennesima bolla di sapone di un sistema che fa acqua da tutte le parti e si chiuderà con una irrisoria pena per la società e la squalifica del giocatore e dei dirigenti da scontare magari in estate. Il fatto sta che le accuse di Lotito trovano conferme e le parole del tecnico macedone che annunciò il passaggio di Goran all’Inter non è frutto di un visionario ma di una strategia messa in atto per prevalicare le regole.
Ghelfi e Branca sono stati deferiti per “essersi consapevolmente avvalsi, nella trattativa finalizzata alla stipula di un contratto professionistico con il calciatore Goran Pandev, dell’agente Pallavicino, senza avergli conferito alcun mandato”. L’Inter per responsabilità oggettiva e lo stesso Pallavicino “aver svolto attività di mediazione in favore di soggetti che non gli avevano conferito alcun mandato”