Vi ricordate un mese cosi intenso e ricco di colpi di scena? Io decisamente no e analizzando il nuovo modo di fare mercato è facile intuire come le società italiane fanno dell’istinto e dell’approssimazione il proprio cavallo di battaglia a discapito della programmazione.
Il divario tra le milanesi e le altre è aumentate forse per la potenza economica e per il loro appeal ma anche e sopratutto per la mancanza di idee delle concorrenti. Il Milan (voto 8) puntella l’organico spendendo pochissimo e mettendo in organico una stella come Cassano, due possibili campioni come Emanuelson e Vilà e gli usati sicuri come Van Bommel e Legrottaglie.
L’Inter (voto 8) riscopre il made in Italy prendendo la promesse Ranocchia e il miglior attaccante azzurro del momento Pazzini. Nagatomo è una splendida scommesse ma anche un buon colpo di marketing, a Kharja serve continuità.
Chi ha cercato di contrastare le milanesi è il Napoli (voto 7) Ruiz è un investimento sicuro e Mascara garantisce finalmente una alternativa di qualità a Lavezzi. Sufficenti Lazio, Parma, Catania e Cesena è imbarazzante la gestione del mercato delle altre. Soddisfacente anche il mercato di Udinese e Roma sopratutto per esser riusciti a mantenere gli organici attuali resistendo agli attacchi dei propri gioielli.
Per giudicare la Juventus (voto 5) bisogna aspettare il termine della stagione ma gli acquisti di Toni e Barzagli esulano dall’ipotetico progetto e Matri, acquisto dell’ultim’ora, è una scommessa. Umiliante per i propri tifosi il mercato di Sampdoria(voto 4) e Fiorentina (voto 4), è invece un caso particolare il Genoa di Preziosi che ama rivoluzionare tutto ad ogni mercato ma che ci mette sempre tanti soldi e passione.
Il vero leader e vincitore del mercato invernale è Mino Raiola (voto 10), il più potente procuratore al mondo ha condizionato pesantemente gli acquisti di una big diventando quasi un direttore sportivo per i rossoneri.