La vittoria ottenuta dalla Juventus contro il Milan nel posticipo domenicale ha proiettato gli uomini di Antonio Conte a quattro punti dall’aritmetica certezza della conquista del tricolore, rendendo possibile il “bis-scudetto” con una vittoria e un pareggio, oppure già dalla prossima giornata quando i bianconeri saranno impegnati nel derby con il Torino, in trasferta. Quest’ultima – e più remota – ipotesi coincide con l’eventualità che il Napoli non faccia risultato pieno con il Pescara nella gara di sabato e pertanto, stando alle scaramanzie e alle ragionevoli previsioni dell’ambiente bianconero, sembra che a meno di clamorose sorprese la conquista del titolo possa venire festeggiata in casa, tra le mura amiche dello Juventus Stadium nella gara successiva contro il Palermo. Il condizionale, però, è d’obbligo non soltanto per le questioni scaramantiche molto care al mister bianconero ma, soprattutto, perchè sull’impianto della Signora grava la scure dell’incognita-squalifica. Il rischio squalifica Juventus Stadium è connesso ai buu razzisti indirizzati nella serata di ieri al milanista Kevin Prince Boateng durante i minuti di riscaldamento pre-gara. L’episodio, durato per alcuni minuti, ha molto infastidito il ghanese che ha reagito zittendo platealmente i buu razzisti provenienti da uno spicchio dello stadio e, per tal ragione, esiste la possibilità che la prossima gara casalinga della Juventus, quella del 5 Maggio con il Palermo, possa venire giocata a porte chiuse, se lo stadio venisse squalificato. Sullo Juventus Stadium, infatti, incombe già la diffida a seguito di precedenti episodi di insulti e cori razzisti e, per tal ragione, gli stessi speaker dell’impianto hanno immediatamente provveduto a ricordare al pubblico il concreto pericolo di squalifica, invitandoli ad evitare i buu razzisti e ad adottare un atteggiamento consono al rispetto.
Le decisioni in merito alla questione Juventus Stadium sono attese nei prossimi giorni ed, ovviamente, potrebbero avere delle inevitabili ripercussioni sui festeggiamenti scudetto della Juventus, considerando che proprio nella prossima gara casalinga del 5 Maggio, parrebbe verosimile che i bianconeri possano definitivamente e matematicamente “chiudere la pratica” campionato.
Sarebbe una circostanza ovviamente molto negativa l’ipotesi di una festa scudetto a porte chiuse, senza la naturale cornice di pubblico festante che saluta il successo dei suoi calciatori, e ciò confermerebbe ancora una volta il “potere” delle frange estreme e becere del tifo organizzato che, con il loro operato deplorevole, continuano a condizionare le sorti di un’intera squadra e, di riflesso, della società impedendo, al contempo, ai numerosissimi altri tifosi (presenti in tutta Italia e sparsi per il Mondo) di godere in pieno di una giornata di festa per il raggiungimento di un simile traguardo che, in particolare nella presente stagione, non è mai parso in discussione.
Oltre ai buu razzisti all’indirizzo di Kevin Prince Boateng, quello spicchio di stadio non ha dimenticato neppure Mario Balotelli, grande assente della sfida in campo, avversario mai amato dal popolo bianconero. In questo caso, però, la frangia ultrà ha adottato una condotta più accorta, evitando di incorrere nell’errore di intonare l’ormai noto motivo di “Se saltelli muore Balotelli” e sostituendolo con uno striscione dal tono ironico “no al razzismo, si al salto” e mostrando diversi cartoncini che raffiguravano il volto di SuperMario per sottolineare in maniera più esplicita l’inequivocabile riferimento.