Juventus – Aguero un matrimonio annunciato e che non si farà, questo è quanto emerge in queste ore dall’evolversi della trattativa sull’asse Torino – Madrid. Come si apprende dal quotidiano spagnolo As, l’Atletico ha rifiutato un’offerta dei bianconeri di 32 milioni più il cartellino di Tiago, valutato circa 3 milioni e tra l’altro già nelle fila dei colchoneros in prestito da un anno e mezzo, pretendendo il pagamento dell’intera clausola rescissoria prevista nel contratto dell’attaccante di 45 milioni di euro. Difficile al momento che i due club trovino un punto d’incontro. Con il giocatore la Juventus ha trovato da tempo un accordo di massima, un quinquennale da 6.5 milioni di euro a stagione più premi che potrebbero far lievitare l’ingaggio di un altro milione, ma l’Atletico resta fermo sulle proprie richieste potendo sfruttare a suo vantaggio l’importante vetrina della Coppa America, dove il Kun ha lasciato il segno nella gara d’esordio dell’Argentina, per invogliare il Manchester City a farsi avanti. Se prima l’Atletico infatti aveva fretta di vendere Aguero (4 luglio l’ultimatum del tecnico Manzano) ora il club della capitale preferisce adottare una strategia di attesa e prendere tempo per permettere ad altri club, in primis appunto il Manchester City, di inserirsi nella trattativa e formulare un’offerta ufficiale migliore di quella bianconera e che si avvicini alla clausola. Tutto questo va a svantaggio della Juventus che non può competere con la forza economica del club inglese che, secondo il Times, avrebbe già pronta la cifra stabilita dalla clausola per portare via Aguero, Real Madrid permettendo, e sostituire così Carlos Tevez che ieri ha annunciato di voler lasciare Manchester. A questo punto Marotta ha già aperto un altro tavolo di trattative per non rimanere a mani vuote: ieri il dg bianconero si è incontrato con il manager di Giuseppe Rossi, Federico Pastorello, e nei prossimi giorni proverà a chiudere con il Villarreal l’acquisto dell’attaccante italo-americano provando ad inserire come contrpartita Felipe Melo, pedina gradita ai dirigenti spagnoli.