L’Italia in Europa parla bianconero

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Antonio Conte esulta al fischio finale di Fiorentina-Juventus | Foto Twitter / Il Pallonaro

Al termine dei gironi di Champions League e di Europa League ci siamo tutti persi in analisi sul perché e come il calcio nostrano venisse bocciato nella massima competizione europea con la sola eccezione del Milan, al quale abbiamo dato la solita etichetta europea per DNA come unico merito. Abbiamo giudicato sfortunato il Napoli, che usciva da un girone infernale ma meritava il passaggio agli ottavi. Mentre in Europa League Fiorentina e Lazio marciavano con un ritmo promettente.

Juve e Napoli retrocesse in Europa League e Fiorentina si sono sbarazzate, ai sedicesimi di finale, dei morbidi avversari, mentre  la Lazio è stata sorpresa dal Ludogorets uscendo di scena. Il Milan ha trovato un Atletico Madrid in forma e nella prima gara a San Siro è stato battuto 0-1.

Per l’Europa League gli abbinamenti degli ottavi proponevano il derby italiano Juventus-Fiorentina e Porto-Napoli. Nel mentre il Milan doveva tentare di ribaltare il risultato dell’andata contro i madrileni.

Juventus e Fiorentina hanno dato vita ad un doppio confronto bellissimo, condito anche dagli effetti collaterali che una rivalità lunga di trent’anni si porta dietro varcando i confini italici. Nella gara d’andata i bianconeri in casa propria dominano per buona parte del primo tempo andando in vantaggio, poi nella ripresa i viola crescono al punto che trovano il pareggio con Mario Gomez. Ieri sera il capitolo del ritorno al “Franchi” non ha dato scampo alla squadra di Montella, a risolvere la diatriba è stato Andrea Pirlo che con una punizione magistrale a metà secondo tempo chiude il match. In settimana avevamo analizzato la possibilità che Conte potesse giocarci a livello mediatico sulle prestazioni sottotono recenti dei bianconeri e non ci siamo sbagliati, la Juventus al “Franchi” ha mostrato tutta la sua compattezza, ha rischiato sì ma nei giusti limiti ed esattamente come a Genova in campionato appena ha avuto la palla d’oro l’ha sfruttata spezzando le gambe, già stanche, della Fiorentina che non è riuscita a reagire.

Antonio Conte esulta al fischio finale di Fiorentina-Juventus | Foto Twitter
Antonio Conte esulta al fischio finale di Fiorentina-Juventus | Foto Twitter

Il Napoli è stato accompagnato dalla sfortuna, si dice, ma in verità ci sono problemi a questo punto strutturali nella squadra di Benitez. I partenopei in Portogallo hanno giocato bene ma hanno perso 1-0, rete di quel Martinez oggetto del desiderio dell’estate scorsa. Ieri sera c’era il giusto ottimismo, del resto i lusitani non sono irresistibili e il Napoli ha fatto vedere anche in Champions, contro avversari più forti di lei tra le proprie mura, cosa è capace di fare. Infatti dopo 21′ il Napoli va in vantaggio con Pandev e sembra il preludio per una serata da mille e una notte. Ma ecco che arrivano i problemi strutturali di cui parlavamo prima, il Porto è una squadra di caratura mondiale, ha la forza e gli uomini per tentare una reazione, così fa e così il Napoli attaccato subisce prima il pareggio e poi il sorpasso, inutile la rete del pareggio nel finale di Zapata ai fini della qualificazione. Il Napoli, come in campionato se attaccato è troppo vulnerabile e poco compatto nel difendersi.

Il Milan non ribalta il risultato di San Siro ed anzi perde pesantemente a Madrid sotto i colpi possenti di Diego Costa e compagni.

Dunque ai quarti di Champions League e di Europa League c’è una sola squadra italiana ancora in corsa ed è la Juventus. Questo apre uno scenario che rivede i giudizi fatti dopo i gironi delle due competizioni europee. Alla fine il campo decreta quello che i valori esprimono anche in campionato, la squadra nostrana più forte è l’unica superstite e a vedere gli andamenti delle partite pare proprio essere anche l’unica che possa provare ad arrivare in fondo vincendo un titolo europeo.

Poco importa se è l’Europa League e non la Champions il fatto è che il nostro campionato a paragone con quello degli altri paesi esprime competitività solo con i bianconeri, che non a caso sono i Campioni d’Italia.  Un dato preoccupante viene dal Napoli che cede il passo ad una squadra portoghese, cui il campionato tallona il nostro nel ranking U.E.F.A.. Questo potrebbe voler dire che non solo siamo regrediti rispetto alla scorsa stagione, ma che le squadre dietro la Juventus potrebbero essere inferiori anche a quelle portoghesi. Si tratta di un’involuzione non prevista del nostro calcio, qualcosa di anomalo, perché sebbene a vincere sono quasi sempre state le stesse in Italia, le squadre dietro hanno sempre ben figurato in Europa al cospetto di compagini internazionali i cui campionati rispetto al nostro erano meno competitivi come la Liga Sagres o la Ligue 1. Se in Francia a smuovere le cose sono stati i miliardi degli sceicchi, in Portogallo no eppure ecco che Benfica e Porto vanno avanti e per noi solo la Juventus rappresenta il tricolore.

E’ un dato che deve far riflettere perché se la Germania ha rivoluzionato il calcio facendo passi da giganti, la Francia ha trovato risorse economiche non previste e il Portogallo cresce lentamente con i risultati noi siamo sempre ai blocchi di partenza, inceppati da un modello di calcio antico con Presidenti che giocano a fare gli speculatori, stadi vecchi ed inadeguati e continue rivoluzioni societarie. Anche per questo non è un caso che l’unica superstite in Europa sia l’unica società che nonostante la sua potenza economica in passato abbia progettato ed ottenuto in modo evoluto tutto questo, la Juventus appunto.

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