
"Io e Valentino Rossi': bomba Max Biaggi in MotoGP - Ilpallonaro.com (screen Youtube)
Il rapporto tra Biaggi e Rossi resta uno dei più spigolosi, viscerali e irrimediabilmente distanti della storia della MotoGP. Non si è mai trasformato in amicizia, né durante gli anni delle battaglie in pista né ora che entrambi hanno abbandonato il ruolo di piloti.
Non c’è rancore esplicito, ma neanche un reale tentativo di riavvicinamento. Semplicemente, ognuno è rimasto al proprio posto, fedele a un’identità che in fondo li ha sempre posti agli antipodi. Biaggi e Rossi non si sono mai cercati fuori dai circuiti. Non condividono legami, frequentazioni o nostalgie comuni. Le loro carriere si sono intrecciate in momenti di altissima tensione sportiva, ma non hanno mai trovato un punto di equilibrio personale. Troppo diversi per visione, carattere e modi.
Il romano, rigoroso e riservato, ha sempre tenuto al proprio spazio; il pesarese, istrionico e comunicativo, ha costruito la sua figura pubblica sull’empatia e il carisma. Due mondi separati, che neppure la fine dell’agonismo è riuscita ad avvicinare. Eppure, c’è una verità che li unisce, più forte di ogni frattura o silenzio: la consapevolezza di aver dato vita a una delle rivalità più iconiche del motorsport. Nessuno dei due sarebbe diventato quello che è senza l’altro. In quella tensione, in quei duelli, c’è stata crescita, legittimazione e leggenda. Forse non si chiameranno mai per un caffè, ma condividono una cosa che pochissimi possono vantare.
Biaggi stuzzica: “Cosa manca oggi? 9 milioni di spettatori”
Max Biaggi, presente ad Austin nel box Aprilia come ambasciatore del marchio, ha lanciato una riflessione lucida e pungente sulla differenza tra la sua generazione e quella attuale dei piloti italiani, come Francesco Bagnaia. Alla domanda su cosa manchi oggi ai nuovi campioni per lasciare un segno indelebile come fecero lui, Rossi o Capirossi, il “Corsaro” non ha avuto dubbi: “Noi avevamo dalla nostra parte la televisione in chiaro, ogni domenica ci vedevano 8-9 milioni di persone”. Secondo Biaggi, non è solo questione di vittorie, ma di visibilità e contesto mediatico. Quando sei vincente non hai bisogno di pubblicità, riesci a uscire dal tuo mondo – ha spiegato, evidenziando come l’esposizione televisiva dell’epoca aiutasse non solo la popolarità del campionato, ma anche quella dei singoli protagonisti.
Oggi, invece, il mondo delle corse è cambiato profondamente. Qualsiasi contatto in pista viene messo sotto la lente di ingrandimento – ha osservato Biaggi alla trasmissione di Cattelan, riferendosi a una sensibilità aumentata che porta i piloti ad avere un approccio più cauto, anche fuori dalla pista. In conclusione, per Biaggi, il pilota moderno ha meno margine per distinguersi: “Una volta il pilota faceva più la differenza rispetto al mezzo meccanico, oggi rischi di sparire in un paio d’anni”.