Iniziano ad uscire fuori altre trascrizioni delle 74 intercettazioni proposte dalla difesa di Luciano Moggi e che potrebbero esser acquisite dal Tribunale di Napoli. E’ il 24 novembre del 2004 e al telefono i due ex designatori Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto parlano di un omissione del quarto uomo per salvare Totti e quindi evitare la squalifica prima di un Juventus – Roma:
Bergamo: ”Ayroldi si è comportato male in Roma…Roma, Roma Roma… (Roma-Palermo 1-1 ndr) è successo questo alla fine della partita Totti lo ha mandato a cagare, ha mandato a cagare Trefoloni, ma lui non se ne è accorto…. e nello spogliatoio ha detto lui che doveva scrivere questa cosa. Ha fatto un discorso non chiaro, è stato ascoltato ma non da Matteo. Quando è stato ascoltato non da Trefolini. Quando sono arrivato il giovedì successivo all’allenamento questo cretino di Ayroldi parlando con un altro arbitro ha detto: ‘oh meno male che non ho scritto di Totti… te lo immagini…. giocavano con la Juve, metti caso che lo squalificavano e perdevano davano la colpa che non c’era Totti. Matteo ha detto ‘ma che cazzo dici questa storia la sai te…”. Matteo con me non ne ha voluto parlare e mi ha detto ‘guarda questa cosa è una bruciatura detta cosi’ per lui per me”. Io ho detto a Matteo ‘noi non ne vogliamo parlare pubblicamente ma con Ayroldi ne parleremo io e Gigi al prossimo raduno perche’ la dobbiamo chiarire: se lui prende una iniziativa di questo tipo la deve concordare con noi non con se stesso, ne parlarne in presenza di altri…”.
Pairetto: ”E’ proprio un coglioncello… non è un malizioso,è da sciocchi parlare in presenza di altri…”
Bergamo: ”E’ un coglione non è un coglioncello…se c’è qualcosa prendi l’arbitro in disparte e dici: è successo questo…lo scrivo?”.
Pairetto: ”Per lo meno a pensare a chi gioca la settimana dopo… magari gli è venuto in mente dopo”.
Bergamo: ”Io ci metto la mano sul fuoco che lui non ci ha nemmeno pensato che la partita dopo era Juve-Roma, ci scommetterei le palle ma lui non è un arbitro che può essere ingenuo cosi….”.
Pairetto: ”Bisogna dirglielo però… se decidiamo di metterlo in B non è un problema, certo non litighiamo su Ayroldi…”.
riportato:
Il procuratore ha messo insieme la squadra che dovrà portare avanti l’indagine: già coinvolti due uomini di fiducia come Trovatore e Avagliano, oltre a Barone. Ma il gruppo aumenterà fino ad arrivare a 7 unità a pieno regime Ieri lunga giornata di ricerca tra dvd e cd sulle 171 mila telefonate. Senza esitoGalliani si arrabbia TUTTI GLI AUDIO De Santis cerca biglietti Foschi-Pairetto Galliani-Bergamo Foti-Bergamo TORINO, 16 aprile – Il Palazzi federale s’è mosso. Non ancora nella direzione di rompere definitivamente gli indugi – che a via Allegri sono tantissimi – e chiamare a spiegare Moratti e gli altri quello che appare ogni ora più chiaro e cioè che tutti parlavano con tutti, che Calciopoli 2006 è stata una clamorosa occasione persa. S’è mosso, anzi, ha smosso l’intera Procura federale – impiegati e collaboratori – perché anche da Napoli arrivavano le voci sul fatto che proprio la parte civile (e responsabile civile) Figc al processo Calciopoli avesse disponibilità di tutti gli atti che ora hanno consentito alla difesa di Moggi di contrattaccare sul mozartiano “così fan tutti”. Ebbene una lunga giornata di ricerca di dvd e cd che costituiscono il corpus delle 171 mila telefonate: in serata proprio dalla Figc si allargano le braccia. «Palazzi non ha trovato quei cd da decrittare nel materiale consegnato dai carabinieri a fine 2007». Giusto: a dire il vero con una maggiore sollecitudine e curiosità si sarebbe potuto fare di più, senza scomodare la Nazionale cantanti. Perché chi è parte del processo come richiedente danni e richiesto di eventuali danni dovrebbe avere la disponibilità e fruibilità dell’intero materiale, ma di solito nei processi la parte civile si accoda ai pm (ma i responsabili civili dovrebbero accodarsi a chi si difende?).
LA SQUADRA – In ogni caso ieri Palazzi ha chiesto agli uffici di recuperare tutto il materiale della mai defunta Calciopoli: chi capitava, come chi scrive, ieri mattina all’incrocio tra via Allegri e via Po (sede della Procura) poteva osservare lo spostamento di faldoni. Nelle stanze di Palazzi, poi la verifica dei cd di cui parlano i vertici federali. Ma l’azione, ieri, non si è concretizzata soltanto nello spostamento del materiale d’archivio che potrà essere utile nelle prossime settimane, una volta acquisito le trascrizioni delle nuove intercettazioni presentate come prove da Moggi. Palazzi ha già coinvolto prima due uomini di massima fiducia, il viceprocuratore Gioacchino Trovatore e il sostituto Avagliano. Quindi l’altro sostituto Barone, ma il pool che ben presto sarà impegnato nello spulcio di atti già presenti crescerà: saranno almeno sette a pieno regime. E con uomini della vecchia procura di Palazzi, arriverà anche qualcuno degli uomini del pool del 2006.
riportato:
C’è un altro perno attorno al quale sta ruotando il processo Calciopoli in corso al Tribunale di Napoli. Si tratta delle schede telefoniche svizzere, le cosiddette sim protette. L’accusa vuole dimostrare che tramite l’acquisto di alcune di queste schede si era creata una rete volta a favorire il sistema-Moggi.
Il maresciallo dei carabinieri Michele Di Laroni, ascoltato nell’ultima udienza, ha spiegato come ha proceduto nell’indagare: da casa Bergamo partì una telefonata verso una scheda svizzera; rintracciato il proprietario, si scoprì che aveva venduto nove sim a Luciano Moggi; poi per ogni scheda svizzera è stato trovato un proprietario, in base agli spostamenti e ai contatti telefonici.
Una di queste è stata assegnata all’arbitro Massimo De Santis, monitorando i suoi spostamenti e le chiamate effettuate da quella scheda. L’avvocato dell’arbitro Paolo Gallinelli critica i metodi d’indagine.
A cosa punta la difesa di De Santis?
“Ha già puntato a un obiettivo ben preciso, credo in parte raggiunto: dimostrare, come da documentazione prodotta agli atti, che De Santis, in alcuni giorni e in alcuni orari nei quali gli viene attribuito l’utilizzo di schede svizzere, era in luogo assolutamente diverso rispetto a quelli indicati dalla polizia giudiziaria”.
Può essere più preciso?
“Le faccio un esempio: al mio assistito viene attribuita una telefonata fatta un giorno da Coverciano alle 14,19. Ma De Santis alle 14,00 era a Roma. Credo che nessuno possa andare da Roma a Coverciano in 19 minuti”.
Linea difensiva che regge?
“Certamente. Credo che addirittura non si arrivi a dimostrare nemmeno il possesso o l’utilizzazione della scheda”.
Però le persone che avevano contatti con quella scheda svizzera erano molto vicine a De Santis
“Nessuna di queste persone è stata mai interrogata sull’argomento. Nessuno ha confermato di aver risposto o chiamato un numero svizzero”.
Ritiene attendibile il teste?
“Non devo verificare l’attendibilità del teste, anche in caso di domande aggressive. Devo verificare l’attendibilità delle indagini condotte da una persona che ha contribuito a generare questo procedimento”.
Come?
“Cercando di far emergere le lacune, laddove presenti”.