L’Inter e Massimo Moratti hanno deciso: i nerazzurri saluteranno presto San Siro per un nuovo e moderno stadio di proprietà. L’ingaggio di Marco Fassone, e la visita in terra cinese con l’incontro del presidente di una settimana fa, con i vertici della China Railway Construction sono senza dubbio i primi indizi e al tempo stesso le prime conferme di una seria intenzione dell’Inter di cambiare ‘casa’. Le indiscrezioni arrivano dal quotidiano nazionale ‘Il Corriere dello Sport’ che nell’edizione odierna anticipa i piani di Moratti nel voler realizzare un impianto nuovo di zecca, presentando i progetti entro quest’estate.
L’idea di lasciare la Scala del Calcio è ben radicata nella mente del presidente nerazzurro da lungo tempo, ma complice la crisi economica, la dirigenza aveva accantonato il progetto. L’idea fu ripresa con forza subito dopo l’annata storica del Triplete, con un gruppo di finanziatori del Qatar intenzionati ad aiutare il club nerazzurro nella costruzione di un nuovo impianto, ma anche in questo caso non ci fu nulla di concreto.
MODELLO INGLESE- Secondo il quotidiano romano la palla ora passerebbe nelle mani di Fassone, già in grado di realizzare le basi del moderno e fruttuoso Juventus Stadium, con l’avallo della importante società di costruzione cinese, aprendo in questo modo le porte del fiorente mercato economico della Cina al brand Inter. L’obiettivo è quello di costruire un nuovo impianto nell’arco di quattro anni, emulando il modello dell’attuale Emirates Stadium, l’impianto di proprietà dell’Arsenal, con una capienza di circa 55-60 mila spettatori. Proprio sulla capienza ridotta si punterà in modo forte, per incentivare il sold out ad ogni match casalingo, riempiendo lo stadio e forzando la corsa al biglietto con un numero di tagliandi minori.
La costruzione del nuovo impianto resta comunque subordinata alla scelta di una zona dove inizieranno il prima possibile i lavori, con la discriminante maggiore rappresentata dalla presenza della metropolitana nei paraggi. Dopo una scrematura iniziale, rimangono cinque le zone papabili per il nuovo impianto: Rogoredo, Gratosoglio, Rozzano, Pioltello e Settimo Milanese.
ADDIO SAN SIRO- Abbandonare il vecchio e glorioso San Siro a questo punto è più che una semplice suggestione. Considerando come Milan e Inter incassino circa 28 milioni di euro annuali dal botteghino con un canone annuo di 8 milioni a testa da versare al comune di Milano, ( di cui se ne spende il 70 % per opere di ammodernamento che lo stadio necessita), il nuovo impianto a questo punto sembra quasi un obbligo dal punto di vista economico. Il costo della nuova opera si aggirerà intorno ai 200-250 milioni di euro, ma si prevede che con un introito medio di 60 milioni annui, l’ammortamento della spesa verrà spalmato in quattro cinque anni. Oltre alla struttura sportiva c’è l’intenzione di realizzare un’opera commerciale a 360 gradi, con musei interni, ristoranti, zone adatte alle famiglie e soprattutto spazi più idonei ai tifosi come spesso è già ben visibile in Inghilterra.
A questo punto San Siro resterebbe nelle mani del Milan che dovrebbe pagare per intero la quota del canone annuo, calcolabile in 16 milioni di euro, con un possibile sconto da parte del comune di Milano. In attesa del nuovo stadio le due società quest’estate inizieranno i lavori di rifacimento del nuovo manto erboso, nello stile del Wembley Stadium, risolvendo una volta per tutte le problematiche relative a un campo definito da tutto il mondo (vedere le critiche del Barcellona) ‘un campo di patate’.