Si sa la crisi ha colpito anche il mondo del calcio, e a chi si aspettava un mercato invernale coi botti sarà rimasto deluso. Il gran colpo Tevez non è riuscito nemmeno al mago del mercato Adriano Galliani, che con la stranissima manovra di parcheggiare Maxi Lopez in hotel a Milano, non ha messo fretta agli inglesi che hanno vinto il braccio di ferro, ma perso la partita ritrovandosi un giocatore per altri sei mesi fuori rosa.
L’Inter, com’è risultato chiaro nel corso dei giorni, forse non ha mai voluto realmente il giocatore cercando solo di inserirsi in una trattativa per far lievitare il prezzo, evitando in questo modo di vedere i cugini rossoneri rinforzarsi ulteriormente. Ma in fin dei conti prima di guardare altrove si dovrebbe guardare in casa propria, cercando di migliorare la rosa a disposizione di Ranieri. Così non è stato. L’Inter ha aspettato troppo prima di piazzare i suoi colpi di mercato, quasi ripetendo gli errori fatti in estate, privandosi di un pezzo pregiato all’ultimo secondo (vedere Eto’o) di fronte a un’offerta difficile da rifiutare, ritrovandosi senza il tempo e la possibilità di trovare il giusto sostituto.
Palombo non vale Thiago Motta e anche anagraficamente parlando l’età dell’ormai ex blucerchiato non gioca a favore di Ranieri. Il primo ad uscirne sconfitto da questo mercato è proprio Ranieri che, nonostante avesse in maniera evidente cercato di far capire le sue motivazioni a Moratti sul caso Motta e sulla necessità di un esterno d’attacco, si è di fatto visto togliere uno dei suoi giocatori preferiti e ridimensionare quindi, la sua voce in sede di scelte di mercato.
Serviva freschezza a centrocampo o semplicemente la ‘freschezza’ serviva solo nel monte ingaggi? Volendo fare un bilancio alla chiusura del mercato invernale, Ranieri e il suo centrocampo, con l’addio di Thiago Motta, perdono molto in qualità, mentre le casse nerazzurre tornano a sorridere. La Gazzetta dello Sport stamane parla di un introito vicino agli 11,5 milioni di euro per la cessione del centrocampista italo brasiliano, denaro fresco da inserire nella voce ricavi, cercando di bilanciare le perdite che nel futuro prossimo, secondo le logiche del fair play finanziario non potranno eccedere i 45 milioni di euro. Via tre giocatori, tutti a centrocampo, con Motta al Psg, Coutinho all’Espayonl e Muntari al Milan, l’Inter si è tutelata prendendo due centrocampisti e un difensore in prospettiva futura: Fredy Guarin dal Porto, il colpo last minute Palombo dalla Samp e Juan Jesus dall’Internacional. Tralasciando l’aspetto tattico e il loro eventuale posizionamento in campo è palese che il centrocampo nerazzurro con quest’affare abbia perso qualcosa, considerando come un sostituto di Thiago Motta non è stato preso e l’esterno d’attacco per consentire a Ranieri di inserire Sneijder è rimasto solo nei sogni di mercato del tecnico testaccino.
Ci guadagnano le casse nerazzurre, come nell’affare Eto’o in estate, seguendo questa nuova politica societaria che persegue l’abbattimento degli ingaggi e solo a parole lo svecchiamento della rosa, poiché Forlan e Palombo non sembrano due affari secondo il punto di vista anagrafico. A giugno verranno ridefiniti molti contratti e con l’addio di Motta e Muntari, già nell’immediato le casse nerazzurre potranno contabilizzare un guadagno di una decina di milioni di euro lordi. (Motta aveva un ingaggio di 3 milioni netto all’anno e Muntari 2). Occhio dunque perché secondo questa nuova filosofia di mercato in estate potrebbe essere ceduto un altro big, con Sneijder in prima fila tra i maggiori indiziati. Rimanere competitivi sfoltendo la rosa non è affatto una manovra facile e soprattutto com’è stato evidente in quest’ultimo biennio nerazzurro le rincorse e le remuntade non sempre possono coprire gli errori fatti in sede di mercato.