Alla ricerca dell’ottava vittoria consecutiva l’Inter formato remuntada si è bloccata allo stadio Via del Mare di Lecce, trovando uno straordinario Massimiliano Benassi a proteggere ermeticamente la sua porta, e palesando un nervosismo in campo, che potrebbe rappresentare un primo campanello dall’allarme dopo due sconfitte consecutive.
L’Inter è scesa in campo nel primo tempo sfiorando in più occasioni la rete del vantaggio, per poi essere punita nel suo momento migliore da Giacomazzi. Nel secondo tempo lo strano cambio di Sneijder per Alvarez (nello stile delle indecisioni impopolari come ai tempi del derby romano Totti e De Rossi) ha di fatto tolto quella qualità utile in mezzo al campo che già l’assenza di Thiago Motta aveva palesato.
CASO SNEIJDER – Il tecnico nerazzurro ha spiegato in conferenza stampa a fine partita come la sua squadra non sia ancora pronta per giocare con due punte e il trequartista, considerando come il modulo più adatto per mantenere i giusti equilibri sia il 4-4-2. A questo punto la domanda sorge spontanea: e Sneijder dove gioca?
“Può giocare nel 4-4-1-1 e poi dobbiamo assimilare il rombo, perché dobbiamo continuare a pressare alto, una caratteristica che è la nostra forza maggiore al momento e ci ha fatto fare tanta strada” ha spiegato Ranieri in seguito, motivando in questo modo l’ingresso di Alvarez, nonostante l’argentino non abbia inciso in positivo nel match come si sperava. Analizzando il cambio, e le motivazioni, pare quasi che nel progetto Ranieri il numero dieci nerazzurro non sia così indispensabile, o quantomeno senza una giusto equilibrio tattico, fornito anche grazie al duo Cambiasso Thiago Motta, difficilmente Sneijder troverà il posto da titolare.
SOLUZIONI? – Il lavoro di Ranieri a questo punto si fa davvero difficile, poiché in qualche modo dovrà cercare di inserire l’olandese e Forlan senza stravolgere completamente quanto di buono costruito fin’ora:
“Nel secondo tempo ho preferito cambiare Sneijder proprio per tornare al 4-4-2, un modulo che sappiamo interpretare meglio di tutti gli altri. L’olandese, infatti, non può giocare defilato sulle fasce. Cosa posso cambiare ora? Con la difesa a tre non si trovano: ci aveva provato anche Gasperini e non è andata bene, loro sono abituati a stare a quattro dietro. Posso cambiare qualcosa davanti magari, con l’inserimento di Snejider e Forlan però bisogna valutare bene: oggi ho provato e avete visto come certi equilibri siano facili da compromettere”.
Tradotto in parole povere, la coperta è corta: se ci spingiamo troppo in avanti la difesa che fin ad ora aveva retto bene e garantito pochi gol subiti, senza la giusta protezione del centrocampo tornerà ad essere molto simile a quella vista nell’era Gasperini. Lo stop alla partenza di uno come Thiago Motta a questo punto diventa fondamentale.
PAZZINI – Oltre al mero discorso tattico c’è anche da segnalare l’episodio di nervosismo tra l’olandese e Pazzini nel primo tempo, con l’attaccante che si è di fatto visto mandare a quel paese da Wes per non avergli passato la palla e aver concluso l’azione con un sinistro alto in tribuna. Anche se nel post sconfitta tutti gli addetti ai lavori cercano di minimizzare l’accaduto, la malizia su un po’ di nervosismo eccessivo sorge, poiché proprio poco dopo l’episodio Ranieri ha tolto l’olandese per far posto ad Alvarez. Senza cercare di montare un caso ad arte è ovvio che certi episodi capitino più spesso di quanto si possa pensare, il vero problema a questo punto rimane la possibile convivenza di Sneijder nell’ideologia tattica di Ranieri. Considerando come il malcontento del numero dieci nerazzurro sia ormai evidente, proprio in questi scatti di nervosismo, palesati prima nella sfida contro il Napoli e poi proprio contro Pazzini nel match perso a Lecce. Sneijder a questo punto rimane sempre il giocare intoccabile e fiore all’occhiello di questa Inter?