L’Inter doveva essere l’anti Juve. Lo scontro diretto vinto dai nerazzurri sul campo mai espugnato della Juventus per 3-1, secondo la maggior parte dei critici e dell’opinione pubblica, bastava per poter ritenere l’Inter una pretendente allo Scudetto. Utopia? A distanza di qualche mese possiamo, oltre che concordare sull’aspetto utopistico della considerazione, farci anche qualche risata. In Italia purtroppo siamo abituati agli estremi: o si da importanza a un fatto o si tralascia. Nel nostro caso la vittoria dell’Inter allo Juventus Stadium è stata esaltata troppo: i più catastrofisti ritenevano già finito il ciclo della Juventus con conseguente crollo in campionato. Mai ci fu previsione più errata. Col senno di poi, possiamo tranquillamente affermare che l’impresa di Stramaccioni a Torino non è stata altro che una grande vittoria fine a sè stessa. Non che sia stato un caso perchè l’Inter meritò sul campo di vincere, ma assolutamente non è neppure stato l’inizio di un ciclo vincente per l’Inter. Semmai proprio da quella partita iniziarono i guai per gli Strama Boys: troppa importanza mediatica? Troppe pressioni? Comunque sia nelle partite successive è stato evidente il calo fisico e mentale dei nerazzurri: con la sconfitta di ieri sono solo 6 i punti raccolti nelle ultime 7 gare. Roba da brividi per una squadra considerata solo qualche mese fa l’anti juve. Analizziamo meglio la situazione di crisi dell’Inter classificando le cause del declino nerazzurro in due motivi: quelli legati a Stramaccioni e alle sue scelte, e quelli legati alle valutazioni della dirigenza.
COLPE DI STRAMA – Andrea Stramaccioni appena un mese fa veniva elogiato e addirittura paragonato a Josè Mourinho solo per aver incanalato qualche vittoria di fila. La stampa sportiva italiana è in grado anche di fare cose simili. Quest’anno Stramaccioni aveva iniziato bene sulla panchina dell’Inter poi, complici infortuni, scelte della dirigenza e una squadra non proprio all’altezza delle aspettative, il giovane allenatore si è trovato sull’orlo del baratro. Già, perchè perdere per due volte contro il Siena -con tutto il rispetto per i toscani- e regalare 6 punti ai toscani ultimi in classifica non è impresa da tutti. Intanto Stramaccioni non è apparso sicuro nelle scelte: perchè far scendere in campo Schelotto che non è in forma e che ancora non è entrato alla perfezione negli automatismi della squadra? Perchè invece non aver puntato sull’altro arrivato, il giovane Kovacic dal primo minuto invece di inserirlo solo nella ripresa? Diciamo che Strama ha le sue colpe però non è tutto da imputare al tecnico nerazzurro. Se i giocatori sono quelli, la colpa non è di certo sua ma di qualcun’altro. La panchina del tecnico comunque inizia a traballare…
COLPE DIRIGENZA – Arriviamo al punto critico della riflessione. Se Strama fa i suoi errori -come tutti del resto- anche la dirigenza si è impegnata in negativo. Intanto il mercato non è apparso convincente. L’Inter ha ceduto Sneijder, forse l’unico trequartista di livello che avevano in casa i nerazzurri. Adesso Stramaccioni ha dovuto reinventare Guarin trequartista togliendo un elemento di spessore come il colombiano dal centrocampo. I nuovi arrivi non hanno molta utilità, almeno nell’immediato. Forse con un po’ di pratica potranno aiutare l’Inter ma non si possono pretendere miracoli. Assurda poi la scelta di affidarsi a Rocchi, attaccante d’esperienza, per carità, ma in avanti con l’età piuttosto che confermare il giovane Livaja. La difesa, il reparto più incerto non può affidarsi a Chivu centrale e urgevano rinforzi. La colpa è di tutti ma a rimetterci è solo l’Inter.