Difensore centrale, ma all’occorrenza anche terzino sinistro, Ilenia Zangari è una calciatrice tutta grinta e passione che veste i colori dell’Orobica.
Nata a Bergamo il 28 settembre 1989, Ilenia è cresciuta nelle giovanili dell’Atalanta, esordendo anche in Serie A a soli 17 anni, poi nel 2007/08 ha vestito la maglia del Brescia. Con le Leonesse ha disputato solo una stagione, l’anno dopo infatti si trasferisce all’Orobica dove rimane sino al 201o/11 quando passa all’Atalanta. Anche con le nerazzurre la sua avventura dura solo una stagione, dall’anno dopo ritorna all’Orobica con la quale la scorsa stagione conquista una storica promozione in Serie A.
Conosciamo meglio questo esperto difensore, cercando di capire come è nata la sua passione, chi è il suo idolo e com’è stata questa stagione con la maglia dell’Orobica.
Come ti sei avvicinata al calcio? Perché hai deciso di praticare questo sport?
Tutto è iniziato quando avevo 8 anni, avevamo cambiato paese, e mio fratello gemello si doveva iscrivere alla scuola calcio. Anche io volevo iscrivermi ed ho cercato di convincere i miei genitori a farmi giocare a calcio, loro non erano molto convinti e cercavano di convincermi a praticare altri sport come il nuoto o la danza. Alla fine sono riuscito a convincerli, mio fratello ha smesso con il calcio mentre io gioco ancora. Ho iniziato a giocare con i maschi, perchè non c’erano scuole calcio per bambine.
Hai un idolo o un calciatore che è per te fonte d’ispirazione?
Beh come idolo in assoluto, Francesco Totti. Se però devo scegliere un difensore allora dico Thiago Silva.
Se tu potessi scegliere, c’è una calciatrice straniera con cui ti piacerebbe giocare?
Direi l’attaccante del Brasile Marta, ho avuto modo di vederla in diversi video e mi ha impressionato.
Come abbiamo già detto tu sei difensore centrale, ma ti abbiamo visto in azione anche sulla fascia, qual è il ruolo che preferisci?
Quest’anno ho fatto il terzino e mi sono trovata bene. E’ un ruolo diverso in cui c’è decisamente da fare più spinta. Giocando da difensore centrale c’è molta più responsabilità, e a me piace. Comunque dipende dalla partita.
Qual è il tuo punto di forza e dove invece vorresti migliorare?
Come punto di forza direi il colpo di testa, tant’è che l’anno scorso ho segnato un gol importante proprio di testa. Vorrei migliorare invece nella parte atletica, anche dal punto di vista della resistenza.
Visti i risultati di nazionale e dei Club al di fuori dei nostri confini, cosa pensi che manchi all’Italia per poter competere con le altre grandi d’Europa?
Direi che il problema principale è la mentalità. Sarebbe anche importante che le società maschili si avvicinassero a quelle femminili. Detto tutto questo però ho notato che alcuni passi in avanti sono stati fatti.
Veniamo all’attualità, dal punto di vista strettamente numerico per voi dell’Orobica è stata una stagione negativa. Cosa ci puoi raccontare di questo 2014/15 che sta andando a chiudersi?
La stagione è stata tutta in salita. Ci siamo buttati in un campionata nel quale sapevamo che avremmo fatto fatica. Indipendentemente dai risultati però le partite disputate ti permettono di crescere e maturare.
Qual è stata l’avversaria più difficile da marcare in questo campionato?
Direi Giulia Domenichetti della Torres e Alia Guagni del Firenze, due avversarie difficilissime, nell’uno contro uno mi hanno messo in difficoltà. A loro due aggiungerei anche Tatiana Bonetti del Verona.
C’è tra le tue compagne una giovanissima che ha le potenzialità per divenire un futuro talento?
Non ho nomi da dire, però ci sono ragazze giovani che, se continueranno ad avere la passione che hanno adesso, potranno avere una lunga e positiva carriera.
Prima di salutarti e ringraziarti, volevamo chiederti un’ultima cosa. Secondo te perché i nostri lettori dovrebbero appassionarsi e seguire il calcio femminile?
E’ uno sport fatto con passione, non siamo da meno rispetto al maschile. Negli altri sport, pallavolo, basket, maschile e femminile sono considerate allo stello livello d’importanza e di visualizzazione, noi no. Dovrebbero seguirci perchè sono di alto livello e ci si diverte. La presenza di più tifosi potrebbe anche fare da input per dare fiducia alle giovani nel praticare il calcio.