Il Pallonaro

Il Giro d’Italia con il bambino in braccio, vince Paolino Tiralongo

Finalmente qualcosa si muove, finalmente vediamo qualcuno che ci prova. E poi chi vince? Uno dei migliori gregari del ciclismo moderno, ovvero Paolo Tiralongo.
Dalle Marche all’Abruzzo quasi tutto un saliscendi, parte la fuga con un altro dei miei eroi di questo giro: Fumiyuki Beppu, ciclista giapponese che d’ora in poi chiameremo Beppe. Parlare di ciclisti giapponesi è come parlare di sciatori magrebini, motociclisti eschimesi oppure pallavolisti pigmei: sembrano difficili persino da immaginare, ma possono esistere. Il nostro Beppe si infila nella fuga che verrà ripresa a pochi chilometri dal’arrivo, e io penso a questo ragazzo che viene da lontanissimo, al nostro samurai che non oso immaginare quanto venga sfottuto in patria per il lavoro che ha scelto di fare. In Giappone, notoriamente, i lavori migliori e più ricercati sono:
– Arrotolatore di sushi;
– Kamikaze (carriera solitamente breve ma intensa);
– Personaggio di un fumetto manga;
– Daitarn 3

Giro d'Italia 2012 | ©Luk Beines/AFP/GettyImages

Sicuramente il giovane Beppe, non riuscendo a sfondare in nessuna di queste specialità, ha deciso di darsi al ciclismo su strada, e noi per questo lo stimiamo. Grazie Beppe, anzi, Arigatò!
La tappa quindi è segnata da questa lunga fuga, ripresa in ogni caso dal gruppo, e dal primo arrivo in salita di questo giro. Man mano si staccano in tanti, tra cui la maglia rosa Malori, e a 1600 metri, sull’ultimo strappo, parte la bagarre. Invece di Cunego, come tutti si aspettavano, parte Scarponi. Dietro di lui, Tiralongo, dicevo ottimo gregario che in carriera aveva vinto solo una gara: la tappa di Macugnaga l’anno scorso al Giro d’Italia. Sembra quindi che non ci siano speranze per il bravo Paolino, che invece sente una forza dentro che neanche lui sa come e supera Scarponi. Seconda tappa vinta al Giro nella carriera, diciamo poche vittorie ma sentite. Prima della vittoria dell’anno scorso il miglior risultato in bicicletta di Tiralongo era stato quella volta in cui, durante una tappa di trasferimento al Giro 2007, aveva preso un Gratta e Vinci in un bar e aveva vinto 50 euro.

Oggi altra tappa di mezza montagna, non difficilissima ma con una bella salita finale, anche se gli ultimi 5 chilometri sono in pianura. Vediamo se qualcuno deciderà di dare un senso a questa domenica e presentarsi lunedì con una bella e nuova maglia rosa, oppure tutti aspetteranno ancora e dedicheranno questa giornata a riflettere sulle tagliatelle fatte in casa che gli avrebbe preparato la mamma nel caso avesse deciso di non partecipare al giro.

Ultima nota: la maglia rosa passa sulle spalle di Ryder Hesjedal, primo canadese a guidare la classifica generale. Il ciclista ha qualcosa in comune con l’ex maglia rosa Ramunas Navardauskas: corre per la stesa squadra, è il primo a diventare maglia rosa per il suo Paese, e soprattutto ha un cognome impronunciabile e difficile da scrivere. Evidentemente nel team Sky amano avere dei ciclisti che non si sa come pronunciare, come fai a urlare “Forza Hesjedal”? Io ci ho provato, mi hanno dato 3 giorni di prognosi per lingua slogata, e altri 3 per aver provato a gridare “Vai Navargauskas!”. Ma uno che si chiama Mario Rossi non potevano prenderlo in quella squadra?

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