Si chiude la tre giorni Marchigianabruzzesecampana, e si chiude con un grande numero di Pozzovivo, giovane ciclista che entra subito tra quelli che potrebbero vincere questo Giro d’Italia. Non credo che ci riuscirà, però già così è un bel risultato.
Tutti hanno aspettato l’ultima salita, ovviamente, e proprio lì se ne è andato Domenico, con una progressione che sembrava avesse messo un motorino nei pedali. Continuava a guadagnare secondi, tanto che invece dell’antidoping a fine gara hanno controllato che non avesse con sè un formatore di buchi spazio temporali, grazie al quale è riuscito a guadagnare 40 secondi in pochi metri. Se non si fosse fermato a mangiare un panino con la cotoletta alla fine della salita, probabilmente avrebbe vinto di slancio anche la tappa di domani.
Gli altri sono rimasti comunque in gruppo, quelli forti diciamo, quindi non ci sono stati grossi stravolgimenti.
La maglia rosa è sempre sulle spalle di quel canadese dal cognome impronunciabile. Ho riflettutto sul perché non fossero mai esistiti forti corridori canadesi e ho posto questa domanda al consolato canadese in Italia dal quale mi hanno risposto: “Provaci tu ad allenarti in mezzo alla neve con una biciclettina da corsa, e poi vedrai come mai”. Bisogna dire che i canadesi non brillano per gentilezza, evidentemente, e che hanno anche poco da fare al consolato visto che rispondono alle mie domande senza costrutto.
Nota di colore del giorno: ho scoperto che Rigoberto Uran, colombiano del team SKY e loro uomo di classifica, di cognome fa Uran Uran. Sembra un gruppo degli anni Ottanta, adesso aspetto solo che ci sia un corridore che di cognome fa Pandau Allet, e ricaschiamo in pieno in mezzo a una rivalità musicale che credevamo sepolta da anni. Che poi, dico io, come si fa a chiamare un figlio Rigoberto? A questo punto chiamalo Braccobaldo, se proprio lo vuoi far vivere male.
Oggi tappa pianeggiante, corta, inutile. Ci sono dei ciclisti che hanno già prenotato la sdraio con l’ombrellone, per quanto sarà inutile seguire la tappa finché non arriveranno alla volata. Considerando poi che alcuni velocisti che potevan contrastare Mark Cavendish si sono fratturati o ritirati per diversi motivi, potrei forse già scrivere adesso la cronaca della tappa di domani. Il testo sarà all’incirca così: “Non è successo nulla”. Il mio eroe Taylor Phinney ieri è arrivato con soli 21 minuti di ritardo, e gareggia per la maglia nera. Al momento è quart’ultimo in classifica generale, ma so che con un piccolo sforzo può arrivare tranquillamente ultimo. Vai Taylor, siamo tutti con te!
Io e mio figlio vi salutiamo, andiamo a prendere un’orzata aspettando che passi questa inutile tappa di lunedì.