Oh, finalmente una di quelle belle tappe dove non sai cosa succederà. Non è una tappa di pianura, non è una tapa di montagna, che cosa sia non si sa, un po’ come il risotto mare e monti, che certe volte non sa nè di mare nè di monti, al limite di collina. Di certo l’unica cosa è che si è trattata di una tappa strana. Gli uomini di classifica si fanno vedere (poco) ma non attaccano, gli attaccanti che ti aspetteresti si dimenticano di attaccare, va via una fuga che non riescono a riprendere e la maglia rosa è qualcuno su cui non avresti mai e poi mai puntato una lira ovvero Adriano Malori, campione italiano a cronometro, che io francamente non conoscevo. Dopo una fuga lunghissima, e con una grande incertezza su chi sarebbe stata la nuova maglia rosa grazie agli abbuoni, arriva secondo e si trova primo in classifica. Probabilmente non per tanto tempo, ma vuoi mettere la soddisfazione? Ha detto che per festeggiare si farà un tatuaggio, ho alcuni suggerimenti su che cosa scrivere:
– E chi se lo aspettava?
– Dai, se mi state facendo uno scherzo ditemelo
– Quel giorno che ho avuto la maglia rosa non se lo aspettava nessuno e allora mi sono fatto un tatuaggio per ricordarlo a tutti nel caso qualcuno dovesse avere dei dubbi in futuro.
Quest’ultima frase magari è un po’ complessa da scrivere in un tatuaggio, ma può avere un suo perché.
Vince la tappa il colombiano Rubiano Chavez, bravo a scattare sul muro di Montelupone. Conosce bene queste strade, perché fino a poco tempo fa abitava a Montegranaro, paese attraversato oggi dalla tappa. Se allora funziona così, se quindi per vincere bisogna aver abitato nelle vicinanze e quindi conoscere le strade, mi chiedo come mai i ciclisti non si trasferiscano in massa sull’Aprica oppure sul Mortirolo.
Certo, fai una vita un po’ sacrificata a stare tutto il giorno in mezzo ai pascoli, però di certo le strade le conosci benissimo.
Domani inizia un week end che potrebbe dare alcune risposte, anche se nessuno ha fatto le domande. Speriamo che comincino a farsi vedere gli uomini di classifica, altrimenti mi sa che mi prendo una vacanza finché non arrivano le Dolomiti, non posso aspetare altre due settimane prima che si cominci a fare sul serio. Dai ragazzi, cercate di fare l’attacco che nessuno si aspetta a Isernia, invece di aspettare lo Stelvio. Il giorno dopo la Gazzetta uscirebbe con un titolo del tipo: “Michele Scarponi sbanca il Molise” oppure “Ivan Campo-Basso”. Sarebbe una prima pagina indimenticabile non tanto per me, quanto per il Molise che fino a oggi tra le sue glorie ha prodotto a malapena Antonio Di Pietro.
Una piccola precisazione riguardo alla tappa di due giorni fa: mi sono dimenticato di dire che Phinney, il nostro eroe, era caduto di nuovo. Urge qualcuno che gli tenga il sellino mentre lui impara a pedalare.
Io e mio figlio vi salutiamo, ce ne andiamo fischiettando “Ma dove vai, bellezza in bicicletta…”