I legali di Luciano Moggi presentano come vere delle intercettazioni taroccate, che si riveleranno un boomerang per il loro assistito. E’ la notizia riportata dal Fatto Quotidiano di oggi, che racconta l’udienza napoletana del processo per Calciopoli come un grande evento mediatico cui partecipa una nutrita claque dell’ex presidente della Juve. “Moggi fa il suo ingresso accompagnato da gridolini di giubilo – scrive Malcom Pagani -. Cammina lento, tra due ali adoranti che gli porgono libri da autografare. Anche gli agenti della Polizia penitenziaria fotografano l’evento”. Mentre fonti della Procura definiscono il processo “uno spettacolo mai visto prima d’ora in un tribunale italiano”. E i supporter di Moggi si fanno sentire per tutta la durata dell’udienza. Tracimano nel riso quando il colonnello dei carabinieri Attilio Auricchio prende tempo per rispondere, esultano quando il suo computer si rompe di netto.
L’aula è una bolgia e nell’arena, i legali di Moggi si muovono a loro piacimento. L’articolo del Fatto Quotidiano smonta inoltre il valore delle 75 intercettazioni presentate dai legali Maurilio Prioreschi e Paolo Trofino, soprattutto per quanto riguarda il colloquio tra Giacinto Facchetti e Paolo Bergamo del 26 novembre 2004, “presentato tra le fanfare come una richiesta da parte dell’ex presidente dell’Inter di mettere Collina nella griglia di internazionali comprendente anche Paparesta, Bertini e Rodomonti in vista della partita casalinga della Juventus e che invece, nell’audio originale diffuso in serata, si rivela un’autonoma iniziativa di Bergamo. Autogol della difesa di Moggi”. Anche perché finirà per arbitrare Rodomonti e la gara terminerà 2-2. E aggiunge il giornale di Marco Travaglio: “Gli inquirenti fanno sapere che sono state presentate come vere telefonate artate e lasciano trapelare la differenza tra le due anime della vicenda. Moggi gestiva un gruppo di potere. L’Inter rappresentava solo un gruppo di sbandati in cerca di legittimazione”.
Se quindi Facchetti sembra essere stato coinvolto senza ragioni, non è escluso invece che nelle prossime ore qualche altro personaggio illustre possa finire al centro della nuova bufera intercettazioni. Anche se in questo caso non si tratta di dirigenti nerazzurri, bensì rossoneri. A rivelarlo è Nicola Penta, ghostwriter di Moggi su Libero e consulente della difesa. Penta sostiene di avere ascoltato oltre 40mila telefonate, un vero e proprio mare di contatti, non tutti andati a buon fine, su un totale di 171mila tentativi. Un’operazione costosa, che Penta fuori dall’aula promette foriera di sorprese. “Con gli arbitri tutti intrattenevano rapporti. Presidenti e dirigenti. Anche con i direttori di gara non toccati dall’inchiesta, ma chi parlava più di tutti era un manager importante. Né dell’Inter né della Juve”. “Il nome Penta non lo fa, ma la menzione corre a un rivale stretto, concittadino di Moratti”, sottolinea il Fatto Quotidiano. Fin troppo facile indovinare quantomeno il club, se non proprio il personaggio, dal momento che su questo nuovo capitolo intercettazioni sembra stendersi l’ombra del Diavolo.