Il Paris Saint Germain di Carlo Ancelotti ha rimediato una vittoria importante in trasferta con il punteggio di 2-1 grazie alla reti di Lavezzi e Pastore (e il gol del Valencia firmato da Rami al 90′), nel caldo Mestalla di Valencia, nella gara degli ottavi di andata di Champions League disputati ieri ma, nel computo della serata positiva, la nota stonata proviene dall’uomo simbolo della squadra, il leader in campo e fuori, Zlatan Ibrahimovic. Lo svedese, ex (tra gli altri) di Juventus, Inter, Milan, sembra avere una sorta di “maledizione Europea” considerando che la Champions League appare per lui come una sorta di frutto desiderato ed irragiungibile, come la Kryptonite per Super Man per usare un parallelo fumettistico. Ibrahimovic, infatti, non è mai riuscito a coronare il sogno di conquistare la Champions League, nonostante abbia avuto spesso la possibilità di farlo avendo giocato nelle squadre più importanti del panorama continentale ma il destino, in tal senso, è stato spesso beffardo con lui: basti pensare che, nella sua esperienza al Barcellona, il club blaugrana che negli ultimi anni ha fatto man bassa nella competizione europea, non è riuscito a vincere la Champions ed, anzi, è stato eliminato dalla competizione in semifinale proprio dall’Inter di Josè Mourinho, che vinse la coppa dalle grandi orecchie proprio nella stagione seguente all’addio dello stesso Ibrahimovic.
La “storia”, dunque, si è ripetuta ancora una volta e nella gara disputata ieri sera a Valencia, Zlatan Ibrahimovic ha rimediato una pesante espulsione che lo costringerà a saltare il match di ritorno al Parco dei Principi di Parigi, avvenuta proprio allo scadere della gara, al minuto 93′. Un cartellino rosso senz’altro inutile ed evitabile, per un fallo duro in tackle che ha fatto infuriare il tecnico Carlo Ancelotti, ancor di più probabilmente perchè il direttore di gara che ha preso tale decisione era l’italiano Tagliavento, con il quale Ancelotti ha avuto una discussione a fine gara, chiedendo spiegazioni per la sua decisione di espellere Ibrahimovic, giudicata eccessivamente severa. In tal senso si è poi espresso anche Leonardo che, con toni insoliti, ha affermato che la decisione del direttore di gara è stata influenzata dal fatto che “si trattava di Ibrahimovic, perchè con il suo intervento alza il piede ma non colpisce neanche l’avversario”.
Tuttavia, proteste e recriminazioni arbitrali a parte, l’aspetto più importante della questione è, appunto, il fatto che Zlatan Ibrahimovic continui a trasformarsi in negativo quando gioca in Champions League, con un’involuzione che è stata una costante in tutte le edizioni della coppa europea che ha disputato, in cui ha sempre mostrato un rendimento (sia in termini di gol che di prestazioni) senza dubbio molto inferiore rispetto a quello del campionato. Basti pensare al fatto che, nel presente campionato di Ligue 1, ha segnato 21 gol in 21 partite con una media impressionante di una rete in ogni gara, mentre in Champions League non riesce mai a incidere con una media realizzativa ben lontana da quella di campionato: un gol ogni 201′ nei gironi ed un gol ogni 581′ nelle gara ad eliminazione diretta delle fasi successive.
Il sogno-incubo Champions League, dunque, sembra non essere ancora finito per Zlatan Ibrahimovic.