Il Giro d’Italia col bambino in braccio, bravo Rabottini

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Matteo Rabottini | ©Getty Images

Bravo Rabottini! L’altro ieri gli avevano rubato la bicicletta, ieri quella bicicletta se l’è ripresa, è salito in sella, è scattato al km 18 insieme a Bonnafond, se l’è lasciato alle spalle e si è fatto praticamente da solo 188 km di fuga. Un eroe. Provate a pensare a quanti sono 188 Km, e poi pensate di farli in bici, da soli, sotto la pioggia, e in tutto questo troverete si e no 10 km di pianura, il resto solo salite e discese. In più con una massa di gente urlante attorno e con uno, il tuo manager, che ti urla “Dai dai dai” per tutta la gara, seduto comodamente in macchina. A un certo punto pensavo che Rabottini scattasse soltanto per staccare la sua ammiraglia, perché è facile fare il figo e dire “Dai che ce la fai” quando stai dietro a un volante. In più è caduto in discesa, è stato ripreso a 300 metri dall’arrivo da Rodriguez, ha dovuto scattare nuovamente per prendersi quella vittoria che è sua e gli spettava di diritto.

Matteo Rabottini | ©Getty Images

Bravo Matteo! Cambia la classifica generale. Maglia rosa appunto Rodriguez, che va a riprendersela dopo Assisi, ma tutti i primi 10 potrebbero vincere.
Un Giro senza dominatore quindi, e a una settimana dalla fine non si sa chi potrà arrivare primo a Milano. Visto che domani ci sarà il giorno di riposo, vediamo come è andata fino a ora e cosa potrà succedere agli uomini di classifica.

Michele Scarponi: Si vede che ci prova e che vuole vincere davvero quest’anno, non come l’anno scorso in cui arrivò secondo e poi vinse per squalifica di Contador. Certo, in squadra ha Cunego che non sembra voglia tanto fare il gregario, penso che gli metterà delle cariche esplosive nelle ruote e, la prossima volta che proverà a scattare, il buon Damiano si troverà per aria tipo Wil Coyote.
Ivan Basso: Sembra che la maglia rosa ce l’abbia lui: lo intervistano sempre, mette la sua squadra a tirare, tutti lo marcano stretto. Il problema che, se poi non la prendi la maglia rosa, fai la figura del cretino che lavora per tutti, quello che fa le fotocopie per tutto l’ufficio, dà i passaggi in macchina, e poi si dimenticano di invitarlo alla cena aziendale. Nonostante tutto è il mio preferito, ve lo dico. Un giorno vi spiegherò anche il perché.
Frank Schleck: Si è ritirato. Vabbé che l’Italia è il Paese più bello del mondo, ma se volevi venire qui in vacanza ti conveniva prenderti un volo low cost della Ryan Air, invece di venire al Giro.
Purito Rodriguez: nell’ultimo chilometro e mezzo ha uno scatto che può far male. L’unico problema è vedere se ci arriva vivo a quell’ultimo chilometro e mezzo. Per disinnescare questa sua tattica esplosiva, le altre squadre pensano di sabotare tutti i cartelli che indicano la distanza, così lui parte fuori tempo e si brucia completamente tutta l’energia.
Ryder Hesjedal: sembrava fosse l’eroe di un giorno, invece è lì in seconda posizione che lotta e ci crede. Di certo, se dovesse vincere, in Canada gli intitoleranno una via nel centro di Toronto, gli regaleranno uno dei grandi laghi e gli concederanno uno speciale permesso di caccia per andare a sparare alle alci nei parchi protetti.
Paolino Tiralongo e Roman Kreuziger: Entrambi della Astana, sono quarto e quinto in classifica generale. Chi dei due è il capitano? Potrebbero farsi male a vicenda, tipo facendosi i gavettoni in stanza di notte, legandosi i lacci assieme, mettendo il lucido da scarpe sul cuscino, il dentrificio nelle scarpe e altre amenità da caserma.
Benat Intxausti Elorriaga: Non ho ancora imparato a pronunciarne il nome, quindi, letteralmente, non mi pronuncio.

Per oggi è tutto, io e mio figlio vi salutiamo. Ogni tanto un po’ di riposo serve anche a noi!

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