Questa mattina mattina molte testate online riportando un articolo della Gazzetta dello Sport titolavano Nesta alla Roma costringendo tifosi e sportivi in genere a controllare la data sul calendario per convincersi che di non esser in presenza di un pesce d’aprile. In realtà la notizia non è falsa ma non riguardava Alessandro, il Campione del Mondo, che vanta un lungo trascorso con la maglia laziale ma del nipote Gian Marco Nesta cresciuto da quella vecchia volpe di Volfango Patarca.
A differenza di Alessandro Gian Marco Nesta gioca da ala destra e nonostante gli undici chi l’ha visto giocare è pronto a scommettere un futuro più che roseo. Patarca che di talenti ne ha scoperti tanti a cominciare proprio da Alessandro Nesta ai più recenti Macheda e Ceccarelli ma di Gian Marco dice “ha un talento immenso: dribbla come Di Canio e tira come Di Vaio. Ripeto, io non ho mai visto un bambino di 11 anni fare quello che fa lui, con i Pulcini avrà segnato oltre 300 gol”.
A lui pare si siano interessate tantissime dal Milan che ha avuto modo di ammirarlo nelle volte in cui lo zio lo ha portato a Milanello fino al Genoa ma a vincere la battaglia dovrebbe esser la Roma proprio per la volontà di Patarca “Una volta Alessandro l’ha portato con lui a Milanello, è tornato da noi e mi ha ripetuto i colpi di Ronaldinho. Alla Roma c’è il miglior settore giovanile d’Italia, lì saprebbero valorizzarlo davvero”.
Sabatini e Bruno Conti per rispetto verso Alessandro e la Lazio non hanno ancora fatto un offerta ma come ha tenuto a precisare Fernando Nesta, fratello di Alessandro e padre di Gian Marco “Sul futuro di Gian Marco decide Volfango” facendo intuire come il trasferimento in giallorosso è quasi cosa fatta.
In merito al futuro è proprio Patarca a confermare la volontà di preferire i giallorossi scartando la Lazio sia per un non eccelsa qualità del settore giovanile che per i dissapori con Lotito “Alla Lazio il settore giovanile non funziona. E poi, essendoci di mezzo io, Lotito non so come lo tratterebbe. Molto meglio la Roma, presto chiamerò Sabatini e vedremo”