Era stata presentata come la gara del servo contro il padrone, della Cenerentola contro la Regina d’Europa, e via dicendo fra metafore e figure rappresentative di un match che va aldilà dell’aspetto calcistico perchè mette a confronto due Nazionali simbolo di due Stati fortemente contrapposti da questioni economiche e finanziarie: la Grecia e la Germania.
La crisi ha dilaniato il Paese ellenico, antica culla della civiltà occidentale che non ha saputo custodire con cura il suo tesoro ed il suo patrimonio – non solo culturale – giungendo ad un passo dal baratro del default del proprio debito pubblico, finendo per diventare anche un “untore” temuto dall’intera Comunità Europea che, per scongiurare il rischio contagio, ha messo in quarantena il malato, costringendolo ad ottemperare a rigidi paletti fissati, mettendo in atto manovre di emergenza drastiche e dagli impatti devastanti per la società civile, definite, proprio per questo motivo, “lacrime e sangue”.
La Germania della Cancelliera Merkel ha adottato, come principale potenza dell’Ue, il ruolo della guida severa ed intransigente, esclusivamente proiettata a portare avanti il rispetto dei suoi diktat, senza fare sconti, senza concedere proroghe. Il divario economico fra i due Paesi è incommensurabile, misurato proprio dai famigerati punti di Spread e, dunque, soltanto la partita di questa sera valida per i quarti di finale di Euro 2012, potrà concedere alla claudicante Grecia l’occasione di una piccola rivincita, di una soddisfazione sportiva che possa essere, perlomeno, una scintilla di quell’antico orgoglio da ritrovare, per regalare un motivo di gioia al suo popolo sofferente. La fotografia del diverso momento all’interno dei due Paesi sta anche nel fatto che la Cancelliera Merkel sarà presente in tribuna ad assistere all’incontro, (dopo aver ottenuto l’anticipazione del vertice di Roma, ndr) mentre il neo eletto presidente Samaras rimarrà ad Atene per occuparsi di questioni ben più urgenti.
Situazioni contrapposte, luce e buio, sicurezza e incertezza: la simpatia verso il più debole fa propendere la maggioranza del tifo neutrale verso la Grecia, ma è d’obbligo sottolineare che, nonostante la “pancia piena” derivante dall’opulenza, la Nazionale teutonica ha nel suo Dna quei geni che da sempre hanno contraddistinto la forza del suo popolo, ossia la tenacia e la capacità di lottare, di costruire e ricostruire, di non mollare mai, neppure di fronte alle peggiori avversità.
Questa sera alle 20.45 lo stadio di Danzica raccoglierà tutti questi temi, che costituiranno le premesse ed il contorno dell’incontro ma, poi, sarà solo il campo con il suo verdetto sportivo ed inappellabile a decretare chi approderà alle semifinali. All’ immediata vigilia, la Nazionale di Low parte con tutti i favori del pronostico, anche perchè la sua squadra è l’unica ad aver vinto, finora, tutte le partite disputate e le scelte tecniche del ct tedesco saranno, dunque, orientate alla riconferma della “squadra che vince”, con Gomez come unica punta, supportato da un centrocampo solido con Podolski, Ozil Muller, Schweinsteiger e Khedira nel consolidato 4-3-2-1.
La Grecia di Santos, invece, proporrà un modulo 4-3-3 pronto a trasformarsi in un 4-5-1 molto difensivo, per limitare le folate dei tedeschi, dovendo, inoltre, anche fare i conti con la pesante assenza di Karagunis, squalificato per questa delicata partita.
Germania Grecia, le probabili formazioni:
Germania (4-2-3-1): Neuer; Boateng, Hummels, Badstuber, Lahm; Schweinsteiger, Khedira; Muller, Ozil, Podolski; Gomez.
Grecia (4-3-3): Sifakis; Torosidis, K.Papadopoulos, Papastathopoulos, Tzavellas; Maniatis, Katsouranis, Makos; Salpingidis, Gekas, Samaras.