Il pomeriggio di follia del Marassi di Genova ha portato con sè i primi “verdetti”, anche se – ancora una volta – a pagare il conto per tutti resta sempre l’allenatore: Alberto Malesani, infatti, non è più il tecnico del Genoa, e sarà sostituito con effetto immediato da Gigi De Canio, che guiderà i rossoblu fin dalla prossima delicatissima gara contro il Milan. Una scelta d’impulso, probabilmente, anche perchè la lucidità può far difetto in un clima di tale tensione ed agitazione come quello che ha contraddistinto la gara di ieri contro il Siena, ma che ancora una volta lascia sul banco degli imputati esclusivamente il tecnico, con l’aggravante che il tecnico veronese era già stato esonerato nel mese di Dicembre, per far posto a Pasquale Marino, e che era stato poi richiamato in concomitanza con l’esonero di Marino, dal 2 Aprile. La sua nuova permanenza, dunque, è durata meno di un mese ma è bastato a farlo divenire il primo espiatore della difficile situazione in cui versa la squadra.
Di certo, la sconfitta subita nello spareggio salvezza contro i toscani è stata una resa preoccupante, considerando il passivo di quattro gol subiti ed il fatto che la squadra non ha mostrato la voglia di lottare sul campo ma, all’indomani della pesantissima contestazione degli ultras, che – con lancio di fumogeni e petardi, dopo essersi arrampicati sulla barriera di plexiglass che separa gli spalti dal terreno di gioco e dopo essersi posizionati anche sul tunnel che separa gli spogliatoi dal terreno di gioco – esigevano che la squadra consegnasse loro le maglie da gioco, la decisione di sollevare il tecnico appare come un punto a loro favore. Probabilmente, anche senza la contestazione, la dirigenza avrebbe preso la medesima decisione dopo una sconfitta di tale misura, ma farlo dopo la violenta ed aberrante “messa in scena” di ieri pomeriggio, appare come una decisione poco saggia.
Il compito del nuovo tecnico, Gigi De Canio, sarà quello di risollevare il morale all’ambiente, scosso dalla sconfitta e, soprattutto, dalla contestazione, considerando che molti giocatori sono stati bersaglio della follia ultras, che non hanno mostrato alcuna forma di rispetto neppure verso la bandiera del Grifone, il capitano Marco Rossi, costretto a rimanere in canotta, nè verso altri pilastri dello spogliatoio come il portierone Sebastian Frey, o l’argentino Palacio. In tale clima, la squadra è partita già per Milano, anche per allontanarsi dalle tensioni di Genova, e rimarrà in ritiro fino alla partita contro i rossoneri in programma a San Siro mercoledì pomeriggio alle ore 18. Difficoltà del confronto a parte, per il Grifone sarà essenziale ricominciare a far punti, considerando come la situazione in classifica sia diventata improvvisamente molto preoccupante: il Lecce di Serse Cosmi, infatti, dopo il pareggio in extremis contro la Lazio, dista, ora, solo un punto dal quart’ultimo posto, occupato proprio dai rossoblu. Il fatto sportivo, però, nonostante l’importanza della notizia, non può che restare in secondo piano dopo i vergognosi episodi di ieri, di cui ha parlato anche il Presidente Preziosi, sceso anche sul terreno di gioco per provare a parlare con gli ultras: ferma la sua condanna per l’accaduto, anche in virtù del pessimo esempio che è scaturito da scene tanto becere, in cui le famiglie ed i bambini presenti allo stadio sono stati costretti a fuggire via impauriti, lasciando la scena al gruppetto di facinorosi.