Nella scorsa estate in molti credevano che il vero spartiacque della gestione societaria rossonera sarebbe stata nel 2011, quando in via Turati sarebbero andati in scadenza molti dei pezzi da novanta rossoneri e il Milan avrebbe potuto limare gli ingaggi e iniziare il processo di svecchiamento della rosa puntando a nuovi ambiziosi traguardi.
Poi, arrivarono Ibra e Robinho insieme a Boateng e i discorsi cambiarono radicalmente. La partita del Bernabeu ha però evidenziato ancora una volta che da Ancelotti a Leonardo per arrivare fino al buon Allegri chi conduce tecnicamente il Milan è “costretto” ad attenersi allo stesso canovaccio tattico e non può prescindere dalla personalità di Pirlo, Gattuso e Seedorf che però non garantiscono più l’apporto di un tempo e con Ronaldinho ingestibile dal punto di vista tattico è ora di aver il coraggio di rinnovare.
Dinho in scadenza dovrebbe esser lasciato andare e pensare a Kaka come cavallo di ritorno potrebbe ancor più deleterio in termini di bilancio e gestione dell’organico. Il Milan ha bisogno di rinnovare e di trovare elementi con cui traghettare la squadra nel nuovo modo di concepire il calcio.
Il giocatore su cui ripartite è il Ganso Paulo Henrique , autore insieme a Neymar e Robinho delle imprese del Santos nella scorsa stagione. il giocatore in scadenza di contratto sembra non voler rinnovare con il club brasiliano per aspettare la giusta chiamata dall’Occidente.