La sconfitta di ieri del Diavolo all’Olimpico spinge Galliani a spedire il Milan in ritiro per fino alla prossima sfida casalinga contro il Genoa. Soluzione drastica, difficile da ricordare nella storia recente del Milan, anche perché un avvio shock come quello di quest’anno non si registrava da 71 anni. Cinque sconfitte nelle prime otto partite, dodicesimo posto provvisorio in classifica (pochi minuti fa anche il Cagliari ha superato i rossoneri, quel Cagliari che prima di oggi era in terzultima posizione). Manca la tranquillità, manca la fiducia, mancano forse idee chiare da parte dell’allenatore Massimiliano Allegri, anche ieri messosi in mostra con un cambio di modulo che ha sancito un ritorno al passato quanto anacronistico quanto nefasto. Mercoledì il Malaga, sabato il Genoa. Sette giorni decisivi.
Le parole di Galliani devono far riflettere. Dopo la sconfitta del derby l’ad rossonero sembra essersi irrimediabilmente dal tecnico livornese. L’affermare “non c’è la volontà di cambiare guida tecnica ma Allegri deve trovare delle soluzioni” lascia in sospeso l’intera questione. Porte aperte quindi, non più una chiusura netta. In panchina iniziano così ad individuarsi delle falle pericolose, dove il rischio di allagamento e naufragio esiste e pare sempre più incombente.
L’ottimismo di Allegri della vigilia strida con la prestazione del primo tempo di ieri. A preoccupare maggiormente i tifosi rossoneri sono però le parole del post-partita di ieri, parole che esprimono ancora attestati di stima nei confronti della squadra, nonostante il campo abbia detto e sentenziato l’opposto. Dichiarazioni divenute ormai note a tutti i fan del Diavolo. C’è forse il tentativo di rendere una situazione anomala come normale? Perché ci si deve abituare alla sconfitta? Perché continuare a dire che va tutto bene quando la zona retrocessione è a soli due punti, e non dopo 2 giornate ma quando ormai si sta arrivando a novembre? Tali dichiarazioni non minano ulteriormente la pische già ai minimi termini dei calciatori?