Un malore improvviso lo ha strappato all’affetto dei suoi cari e lo ha costretto a lasciare la sua passione più grande, il volley, proprio su un campo da gioco, durante l’ incontro di serie B2, fra Volley Forlì e Lube Macerata, dopo una battuta di gioco: Vigor Bovolenta ci ha lasciati, così, nella notte fra sabato e domenica scorsi, dopo il ricovero all’ospedale di Macerata ma, in realtà, per i suoi cari non è mai andato via. Commoventi, in tal senso, le parole della moglie Federica Lisi – ex pallavolista e mamma dei suoi quattro figli – che, durante i funerali tenutisi quest’oggi, ha ricordato il suo Vigor come “il numero uno”, volato in cielo perchè lì “avevano deciso di fare una squadra e, pertanto, occorreva il migliore e lo hanno preso mentre giocava”.
Vigor, il suo nome, “forza” in latino: non a caso, Bovolenta è stato uno dei più forti pallavolisti italiani, uno dei cardini della Nazionale di Volley di Julio Velasco, con la quale ha disputato ben 197 partite, vincendo quattro edizioni della World League, una Coppa del Mondo e due Europei, oltre all’argento olimpico ad Atlanta 1996. Ecco perchè, nella chiesa parrocchiale di San Francesco, a Taglio di Po, dove si sono svolti quest’oggi i funerali, oltre alla gente comune accorsa per l’ultimo saluto al “Bovo”, era presente tutto il mondo della pallavolo italiana, da Anastasi a Velasco, a Zorzi, Gardini, Bernardi, oltre agli ex compagni di squadra – Giombini, Papi, Savani, Rosalba, Zlatanov – che hanno portato a spalla il feretro avvolto dalla bandiera tricolore.
Chi lo conosceva bene, però, nonostante il dolore immenso della sua scomparsa, non vuole ricordarlo con sofferenza e lacrime, “perchè questo non era lui”, così come ha ricordato ancora la moglie. Ora, lei dovrà pensare ai suoi quattro bambini (i cui nomi iniziano tutti per “A”, in riferimento ad Antonio, fretello di Vigor morto a causa di una leucemia, ndr) Alessandro, Arianna, e le gemelline di appena un anno Angelica ed Aurora, che “farò crescere come noi volevamo” , come la stessa Federica Lisi ha dichiarato.
Una tematica ricorrente quella degli affetti nella vita del Bovo, profondamente legato alla sua famiglia, fondata sull’amore che lo legava a Federica, sposata nel 2002, e consolidata con la nascita dei quattro figli: il senso di protezione per la sua “truppa” lo avevano reso un campione “nella vita e della vita”, con semplicità, sempre con il sorriso sulle labbra e la passione per ciò che faceva, con dedizione e senso di responsabilità.
Un “padre di famiglia” che aveva ben presente la necessità di lavorare per portare a casa lo stipendio a fine mese, come lui stesso aveva dichiarato in un’intervista rilasciata nello scorso mese di Novembre. Una necessità che lo ha portato ad accettare di giocare in serie B2, credendo nel progetto Forlì fondato sulla valorizzazione dei giovani, coniugando le esigenze lavorative con la volontà di lavorare vicino alla famiglia, che viveva stabilmente a Ravenna, nella “bella casa che ho costruito”, come lui stesso amava dire.
Il destino, purtroppo, lo ha allontanato da tutto ciò, riservandogli un colpo a tradimento. RIP Vigor.