L’efficienza non è, di certo, l’aggettivo più appropriato per descrivere il trasporto ferroviario in Italia, contraddistinto da ritardi, disguidi, frequenti disservizi ed, in particolare negli ultimi tempi, da tagli e soppressione di molti collegamenti, soprattutto nel Sud Italia, isolato dal resto del Paese in termini di alta velocità, dando ragione a quell’affermazione-titolo dell’opera di Carlo Levi “Cristo si è fermato ad Eboli”: per la precisione, a Salerno.
Non deve sorprendere, a tal proposito, la vicenda che ha interessato i passeggeri del treno Frecciarossa di Trenitalia che, martedì scorso, ha viaggiato da Roma a Milano, giungendo nel capoluogo lombardo con oltre 40 minuti di ritardo, senza alcun tipo di segnalazione nelle stazioni, almeno secondo quanto riportato dagli stessi viaggiatori furibondi per tale disservizio subìto.
A far crescere la loro indignazione è stata, soprattutto, la causa che ha portato a tale circostanza che, di certo, esula dall’ordinario: il ritardo, infatti, è stato provocato dal cambio di tragitto rispetto a quello normalmente percorso, al fine di fermarsi nella stazione di Parma per far scendere la squadra della Roma che viaggiava sul Frecciarossa per recarsi nella città emiliana per disputare la gara del turno infrasettimanale contro i gialloblu.
Per tale ragione, dunque, i passeggeri hanno deciso di rivolgersi al Codacons per presentare un esposto alla Procura di Parma, denunciando il reato di interruzione di pubblico servizio, e rivolgendosi anche alla regione Emilia Romagna per chiedere una sanzione ai danni di Trenitalia connessa all‘ “ingiusta prevaricazione che ha danneggiato gli utenti”.
All’iniziale mancanza di spiegazioni circa le reali cause della sosta straordinaria, sono seguite le motivazioni che hanno fatto esplicito riferimento al fatto che “il motivo della sosta, e del ritardo che ci sarà, è far scendere la Roma qui a Parma”, precisando che la sosta a Parma era stata annunciata precedentemente con annunci sonori e sui tabelloni che avvertivano circa il cambio di percorso. Tuttavia, probabilmente per tentare di ridimensionare le velenose polemiche montate, pare che Trenitalia abbia deciso di rimborsare ai passeggeri il 25% del costo del biglietto, al fine di alleviare il disagio subìto: una decisione che denota – implicitamente – una parziale ammissione delle proprie responsabilità.