Quando si parla di uno degli allenatori più vincenti e carismatici al mondo, ogni cosa può diventare una notizia. Pep Guardiola è ormai da tempo abituato a tutto ciò, nonostante abbia sempre cercato di mantenere un certo riserbo ed un low profile anche dopo il termine della sua avventura sulla panchina del Bercellona, decidendo di “prendersi il suo tempo” passeggiando per le vie di New York, probabilmente alla ricerca di nuova ispirazione per le sue scelte future.
Difficile ipotizzare che un tecnico vincente come Pep possa restare ancora a lungo lontano dal suo habitat, ed è quasi certo che nel 2013 tornerà a sedere sulla panchina di un grande club e, per tal motivo, già da tempo sono iniziate a rincorrersi diverse voci circa l’interessamento del Milan nei suoi confronti, ipotizzando viaggi ad hoc di Adriano Galliani nella Grande Mela, poi smentiti dallo stesso dirigente rossonero che ha precisato come il suo eventuale viaggio avrebbe avuto come unico fine l’andare a trovare sua figlia.
Ma, se è vero che più indizi possono “fare una prova”, in tal senso potrebbe essere letta la notizia della presenza di Pere Guardiola a Milano, proprio nella giornata di ieri, in occasione del match di Champions League fra Milan e Malaga. Ecco, dunque, che è necessario approfondire quale sia il ruolo di Pere Guardiola nella “vita calcistica” del più famoso fratello: Pere è il suo procuratore, oltre che consigliere-consulente fidato e, dunque, è una persona molto influente nelle future decisioni di Pep. Per tal motivo il viaggio milanese avrebbe potuto celare qualcosa di più, nonostante il Milan abbia prontamente deciso di smentire ogni tipo di contatto con un comunicato ufficiale apparso sul sito: “Ac Milan smentisce le notizie apparse su alcuni media relativa a un presunto incontro tra il Vicepresidente Vicario e Ad Adriano Galliani e familiari o procuratori del signor Guardiola”.
Una secca presa di posizione finalizzata, con tutta probabilità, ad evitare ulteriori pressioni sul lavoro di mister Massimiliano Allegri, il quale già da tempo ha imparato a convivere con continue voci circa il suo prossimo successore e, per tal ragione, alla notizia della presenza del fratello di Guardiola a Milano non sembra scomporsi eccessivamente: “Guardiola al Milan? È una questione che non mi interessa e che mi annoia. Io ho altri problemi” .
I problemi di cui parla mister Allegri riguardano prettamente il presente, ma sono condizionati – inevitabilmente – dalle strategie di “spending review” che il Milan ha deciso di attuare nel mercato estivo, per far cassa con la cessione di Zlatan Ibrahimovic e Thiago Silva al Psg: tale strategia di contenimento dei costi difficilmente potrebbe coniugarsi con l’arrivo sulla panchina rossonera di un uomo come Guardiola, abituato a lavorare con campioni di primissimo livello da plasmare ad immagine e somiglianza del suo calcio-spettacolo. La filosofia di gioco di Pep Guardiola non può che affascinare il presidente Berlusconi, da sempre amante dichiarato del calcio offensivo ma, se si decidesse realmente di intraprendere un progetto tanto ambizioso, verrebbe automaticamente imposto un radicale cambio di rotta in termini di budget per la squadra, cancellando con un colpo di spugna tutti i propositi di contenimento dei costi fin qui attuati.
Allo stato dei fatti, tali ragioni fotografano la reale situazione ancor più delle smentite di circostanza e, dunque, la presenza di Pere Guardiola a Milano non sembra nascondere nessuna “trattativa segreta”.