La questione dell’introduzione del secondo tesserato extracomunitario è una tematica allo stesso tempo spinosa ed insidiosa, una questione che deve essere necessariamente affontata cercando di moderare alla perfezione tutti gli interessi in gioco: quelli dei club, quelli dei settori giovanili italiani, e la possibilità dei nostri giovani di trovare spazio nel club in cui crescono. Tutelare i settori giovanili è, ormai, una tematica-slogan di cui molti parlano spesso, ma nel contenuto ancora ben poco è stato realizzato per promuovere e valorizzare i nostri vivai. L’introduzione del secondo extracomunitario negli organici di serie A, secondo i club, non sarebbe un ostacolo alla valorizzazione dei giovani talenti made in Italy: al contrario, secondo le big, sarebbe opportuno regolamentare la presenza dei tantissimi stranieri nei campionati minori, con la Lega Pro in testa, laddove sarebbe bene, invece, un maggior coinvolgimento per i giovani italiani per consentirgli di “farsi le ossa” senza cozzare contro il “tappo” creato dall’eccessiva concorrenza con gli stranieri. L’orientamento dei vertici del nostro calcio è quello di affrontare le due questioni, dell’inserimento del secondo extracomunitario in Serie A e della valorizzazione dei vivai, separatamente, “su due tavoli diversi”, perchè si ritiene che fra le due tematiche la connessione sia minima: questo sostiene, in particolare, il Presidente delle Lega Serie A Maurizio Beretta. Però, pare che le due questioni siano state messe in agenda nella medesima giornata, e verranno discusse il prossimo 5 di Luglio. Non resta, dunque, che attendere quella data, anche e soprattutto in chiave operazioni di mercato. Il via libera al tesseramento del secondo calciatore extracomunitario per le squadre di Serie A potrebbe, infatti, essere un elemento decisivo per gli assalti delle big italiane ai calciatori d’ Oltreoceano.