Il momento dei saluti è sempre il più triste perché porta con sè, in poche istantanee, i ricordi di quello che è stato, di quello che si è condiviso, di un percorso intrapreso insieme. Nel caso di un uomo simbolo come Alex Del Piero, diciannove anni con la stessa maglia, la commozione, le lacrime, i cori di ringraziamento sono solo l’esternazione tangibile di un rapporto profondo, quasi familiare, con tutti coloro che lo hanno ammirato e sostenuto, prima come ragazzo, poi come uomo, come calciatore decisivo in campo, come
simbolo di una squadra e dei valori che quella maglia incarna.
Era doveroso un tributo, come quello che l’intero Juventus Stadium gli ha riservato domenica scorsa, ma era doveroso anche un bagno di folla, per salutare meglio coloro che non erano presenti nel “tempio”: d’altronde, mister Conte lo aveva “ordinato” ai calciatori, incitando tutti a festeggiare a dovere questo scudetto affinchè rimanesse bene impressa nella memoria l’atmosfera di euforia ed entusiasmo che, da Trieste in poi, si è propagata da Torino all’intera Italia bianconera.
La squadra ha seguito di buon grado l’invito del suo mister, festeggiando sul pullman scoperto che ha attraversato le strade di Torino, partendo proprio dallo stadio e proseguendo per Porta Susa, Via Micca, Piazza Castello, terminando il suo percorso al Parco del Valentino: lo ha fatto cogliendo a pieno lo spirito della celebrazione, agitando simboli con il numero “30”, riproponendo il cerimoniale della consegna della Coppa scudetto, intonando i cori da stadio, fomentando i 400 mila assiepati ai bordi delle strade, sulle pensiline dei tram, sui tetti delle edicole. Atmosfera da brividi, di un’intensità difficilmente descrivibile a parole, che si percepiva sui visi dei presenti, ragazzi, bambini, anziani, intere famiglie giunte per celebrare il ritorno della Signora alle vecchie abitudini.
Ma non solo: in una perfetta altalena di emozioni, fra la dolcezza e la nostalgia, fra l’euforia ed il velo di malinconia, su quel pullman scoperto c’era – anche e soprattutto – il Capitano, con la sua tuta gialla, il suo sorriso emozionato e discreto, la sua voglia di godersi ancora l’affetto della sua gente, che lo invoca, lo fotografa, gli tributa applausi all’insegna di “Grazie di tutto, Del Piero grazie di tutto”: il suo sguardo incrocia per qualche istante gli occhi di chi, fino a quel momento, lo aveva seguito e ammirato solo da lontano, apprezzando l’essenza profonda che quell’uomo di 38 anni ha rappresentato per i colori della Juventus. Noi che lo abbiamo visto sbocciare come un fiore a primavera, consacrato nell’Olimpo dei più grandi, che lo abbiamo visto piangere di dolore per l’infortunio del ’98, soffrire per le critiche e l’astinenza da gol, che lo abbiamo visto segnare a Bari, tenendo per sé l’immenso dolore interiore. Lo abbiamo visto diventare campione del Mondo e poi scendere in serie B, sempre con la fascia da capitano stretta al braccio, con l’umiltà di sempre, con lo stile di pochi. Lo abbiamo visto riportare per mano la sua squadra in serie A, diventare papà di Tobias, poi di Dorotea e di Sasha, raccogliere la standing ovation del Bernabeu, commuoversi per l’ultimo gol, l’ultimo giro di campo, l’ultimo saluto alla curva che lo osanna, e che piange più di lui nel giorno dei saluti. Lo abbiamo visto, sul pullman scoperto, stringere forte la Coppa dello scudetto, alzarla più volte al cielo, al fianco di Gigi Buffon amico-compagno di tante battaglie che, insieme agli altri, gli ha dedicato più volte il “suo” coro, quello più significativo e rappresentativo: “Un Capitano, c’è
solo un Capitano”.
Un altro sorriso sul suo viso, le mani alzate a salutare la folla, in un tripudio di decibel ed emozioni, e poi il gesto più bello ed intenso, un inchino, ennesimo segno di gratitudine al popolo bianconero, di infinito amore e stima reciproca, un legame che resterà indelebilmente simbiotico. Un’immagine realmente emozionante, di quelle che restano impresse nella memoria per sempre, di quelle che regalano la piacevole sensazione di aver vissuto e goduto appieno l’atmosfera di un momento che rimarrà nel cuore, nonostante
gli eventi futuri, perché la Storia rimane, sempre e per sempre.
Foto di Simona Granieri