Lo ha fatto parlando dell’Italia, per sottolineare come siano diversi gli ambienti in cui si trova ad operare: da una parte l’allegria di un Brasile che è sempre lo stesso nonostante Dunga e la sua mania per gli allenamenti ‘di nascostò; dall’altra la freddezza dello spogliatoio bianconero. «Per quanto mi riguarda – ha detto Felipe Melo – mi prendo la mia parte di colpe, ma di ciò che è accaduto alla Juve è responsabile l’intero gruppo. La squadra non funzionava collettivamente. Comunque anche altre grandi squadre, come il Real Madrid, quest’anno non hanno vinto niente».
Ma perchè, invece, il Felipe Melo dell’anno prima, quello della Fiorentina, era uno dei migliori giocatori della serie A italiana? «Le mie due stagioni non sono assolutamente confrontabili – risponde -. Nella Fiorentina c’era un gruppo che funzionava, nella Juve le cose non andavano collettivamente. Quest’anno le cose non sono andate bene, ma io nella stagione precedente sono stato definito il miglior giocatore del campionato italiano». «In ogni caso, rimango dove sono, perchè l’anno prossimo cercheremo di riscattarci e ce la metteremo tutta per fare come l’Inter», promette.
Poi il discorso, anche per l’insistenza della stampa brasiliana, è tornato sulla selezione pentacampione del mondo. «La stampa, invece d’inventare certe storie – ha detto il mediano -, come anche quella dei problemi fra me e Kakà, dovrebbe fare gruppo con noi: se vinciamo il titolo, anche voi reporter sarete campioni del mondo. Siamo tutti brasiliani, e anche voi volete vederci l’11 luglio mentre solleviamo la Coppa». «In ogni caso mettetevelo bene in testa: qui in Nazionale regna un’armonia totale», sottolinea. Però lui sarà costretto a recitare comunque la parte del duro, Melo è l’uomo che con Gilberto Silva farà rivivere la coppia Dunga-Mauro Silva, quella di un Brasile che è già stato campione del mondo: basti ricordarsi del rigore sbagliato da Baggio a Pasadena 16 anni fa.