Federica Di Criscio: “Sogno di vincere con il Verona”

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Federica Di Criscio | © Foto Damiano Buffo

Difensore con l’abilità di trovare il gol, giovane ma già con esperienza internazionale, stiamo parlando di Federica Di Criscio.

Nata a Lanciano il 12 maggio 1993, Federica ha vestito le maglie del Roseto, del Cervia e dal 2010 indossa la casacca del Verona.

Abbiamo fatto una chiacchierata con Federica Di Criscio per conoscere come si è avvicinata al calcio, quali sono le sua ambizioni per questa stagione e per il futuro.

Come ti sei avvicinata al calcio? Perchè hai deciso di praticare questo sport?

E’ una passione che è nata sin da piccolissima, mia madre mi raccontava che prendevo a calci qualsiasi oggetto. La passione è cresciuta in famiglia, mio zio è un allenatore. Ho praticato altri sport come il basket, la pallavolo, la ginnastica artistica ma poi ho scelto il calcio. A 5 anni ho iniziato a giocare a Lanciano con la squadra maschile. A 13 anni sono passata alla squadra femminile del Roseto, poi a 16 anni mi sono trasferita a Cervia e l’anno dopo, nel 2010, sono diventata una calciatrice del Verona.

Federica Di Criscio | © Foto Damiano Buffo
Federica Di Criscio | © Foto Damiano Buffo

Hai un idolo, un calciatore che ti ha ispirato?

Da piccola mi piaceva Shevchenko. Se devo scegliere un difensore come me, direi Thiago Silva che mi piace per il suo stile, per la sue eleganza e per la forza fisica.

Se tu potessi scegliere una calciatrice straniera con cui vorresti giocare?

Come difensore direi la francese Laura Georges ma mi piacciono anche la svedese Lotta Schelin ed un’altra francese, Camille Abily.

E per quanto riguarda lo stadio, ce n’è uno in particolare in cui ti piacerebbe giocare?

No, non ce n’è uno in particolare.

Federica Di Criscio | © Foto Damiano Buffo
Federica Di Criscio | © Foto Damiano Buffo

Veniamo al capitolo nazionale, tu hai fatto parte della squadra che ha giocato il Mondiale U-20 in Giappone nel 2012, purtroppo subendo l’espulsione nella gara d’esordio con il Brasile, tralasciando quel cartellino, cosa ti è rimasto di quell’esperienza?

Quello in Giappone è stato un mondiale particolare, iniziato con una rincorsa alla migliore condizione visto che mi ero operata da poco per una borsite al ginocchio. E’ stata comunque un’emozione che non andrà via. Le persone, l’accoglienza, i campi, le strutture, tutto è stato fantastico. E’ stato un vero e proprio amore per il Giappone, una delle esperienze più belle della mia vita.

Rimanendo in tema azzurro, il 2014 è stato l’anno del mondiale sfiorato e perso nella finale playoff dalla nazionale maggiore contro l’Olanda, come si riparte da questa delusione?

Si riparte con la consapevolezza di dover migliorare, dobbiamo alzare l’asticella per raggiungere gli obiettivi. L’Olanda c’è stata d’esempio. Dobbiamo lavorare e migliorare ogni giorno cercando di creare un gruppo.

Cosa manca, secondo te, al calcio italiano per poter competere a livello europeo anche con i nostri club?

Manca la preparazione, sia fisica, sia a livello tattico. Manca anche quel qualcosa in più che hanno all’estero. Noi siamo dilettanti che però proviamo a fare professionismo, ci mancano però le strutture, i piani d’allenamento.

Federica Di Criscio | © Foto Damiano Buffo
Federica Di Criscio | © Foto Damiano Buffo

Tu sei un difensore che nella propria carriera ha dimostrato di avere buona confidenza con il gol, andando a raggiungere 10 reti segnate, quale ritieni sia il tuo punto di forza nel tuo ruolo e dove pensi di dover migliorare?

Come punto di forza direi il senso dell’anticipo ed il tempo nell’intervento. Dovrei migliorare invece nella personalità nell’interpretare un ruolo in cui serve tanta responsabilità, penso di dover maturare per poter gestire ed indirizzare la difesa.

 

Veniamo all’attualità, con il Verona avete conquistato il titolo di campionesse d’inverno poi lo stop di sabato scorso con il Firenze ha permesso al Brescia di sorpassarvi, quali sono adesso gli obiettivi della tua squadra?

L’obiettivo rimane lo stesso, quello di puntare a conquistare lo scudetto o come minimo raggiungere il posto che vale la Champions. Per riuscire nel nostro intento, dovremo cercare di maturare nella gestione del risultato e di trovare quell’equilibrio tra difesa ed attacco che a volte ci è mancato.

C’è nel Verona una tua giovane compagna che a tuo parere ha il talento per emergere in futuro?

Direi Veronica Pasini, è una classe 2000 che tecnicamente ha ottime qualità.

Hai un tuo sogno, un obiettivo personale?

Vorrei vincere qualcosa d’importante con il Verona, far bene con questa squadra e cercare di portare a casa qualche trofeo. Vorrei anche crescere e migliorare cercando di apprendere da due grandi calciatrici come Melania Gabbiadini e Patrizia Panico.

Un’ultima domanda prima di salutarti, perché consiglieresti ai nostri lettori di seguire il calcio femminile?

Lo consiglio perché è un calcio pulito, fatto con tanta passione e sacrificio, cercando di trasmettere il tutto con grande naturalezza.

 

 

 

 

 

 

 

 

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