Da quanto si parla di fair play finanziario. E da quanto tempo si discute su questi emirati ricchissimi che fanno il calciomercato delle proprie squadre come se giocassero al fantacalcio o semplicemente alla playstation. Le regole della UEFA però parlano chiaro e, secondo l’emittente inglese Sky Sports sono state inflitte delle sanzioni piuttosto pesanti ai due club: 60 milioni di euro da pagare nell’arco di tre anni e rosa ridotta a 21 giocatori per la prossima edizione della Champions League (o in ogni caso per la stagione europea in generale) anziché 25. Secondo L’Equipe i parigini avrebbero avanzato una proposta di patteggiamento ed è probabile che la stessa cosa l’abbia fatta il City. Ci sono altre sette squadre europee che tremano per un’eventuale pena, tra cui potrebbe anche esserci un’italiana.
Da quando esiste, il fair play finanziario ha già “colpito” varie squadre: il Besiktas è stato escluso per due stagioni dalle coppe europee per dei debiti scaduti. Sempre in Turchia (insieme alla squadra greca del PAOK), il Bursaspor ha ricevuto sanzioni per aver violato le licenze UEFA. A causa di pagamento arretrato di stipendi sono state escluse dalle competizioni europee l’anno scorso anche Malaga, Hajduk Spalato (Croazia), Osijek (sempre Croazia), Rapid Bucarest e Dinamo Bucarest (in Romania) e Partizan Belgrado (in Serbia). Poi ovviamente ci sono i grandi club (tra cui City e PSG) che nonostante ogni anno (o quasi) finiscano la stagione con un saldo nettamente negativo continuano a spendere e investire sul mercato a cifre esorbitanti (basta pensare ai 40 milioni che il Bayern ha pagato per Javi Martinez, i 38 milioni che lo United ha speso per un inutilizzato Fellaini, i 30 milioni del Real Madrid per Illarramendi o semplicemente i 100 che, proprio i galacticos hanno speso per Gareth Bale, i 64 milioni del PSG per Cavani che ha segnato “appena” 16 gol.