Esonero Allegri, l’indiscrezione arriva dalla Gazzetta dello Sport e porta la firma di Berlusconi. Il pensiero del presidente va a Tassotti e Inzaghi.
Il ducato di Massimiliano Allegri si avvia alla conclusione. In casa Milan si percepiscono in maniera chiara gli spifferi presidenziali, i quali soffiano pesantemente sulla panchina del Conte Max. Berlusconi è sceso di nuovo in campo (lo speciale al Tg4 di ieri sera non lascia dubbi in merito) e ora per il tecnico livornese l’atmosfera diventa irrespirabile. Una partenza da brividi quella della squadra rossonera, la peggiore degli ultimi 82 anni (si è dovuti risalire fino al 1930 per certificare due ko nelle prime tre partite di campionato). Sconfitte rimediate fra l’altro contro squadre sulla carta nettamente inferiori alla rosa di Allegri, che sebbene sia stata mutilata degli ultimi due fuoriclasse rimasti (Ibrahimovic e Thiago Silva), non può e non deve considerarsi inferiore a squadre che hanno iniziato la stagione con l’obiettivo salvezza da raggiungere. Come affermato all’indomani della sconfitta di sabato contro l’Atalanta, Allegri non può contare su molti altri esami. Gli appelli stanno per finire, inesorabilmente. Già da domani potrebbe registrarsi l’ultimo. Anche se perdere domani contro l’Anderlecht non se lo augura nessuno dei tifosi del Milan, nemmeno il più acerrimo nemico del tecnico.
L’ultima idea di Berlusconi è affidarsi al duo Tassotti-Inzaghi. Da una parte un’esperienza infinita, sebbene la guida della Prima squadra ne segnerebbe il debutto ufficiale. Dall’altra invece un pezzo recente di storia rossonera, che di diritto si è preso un posto nel grande libro del Milan, sia nei capitoli nazionali che in quelli internazionali. Una carriera appena iniziata, quella da allenatore, per Inzaghi, ma che ha già ricevuto la benedizione di due illustri neo colleghi come Carlo Ancelotti e Jose Mourinho. Il campo, sebbene sia presto per lanciare una sentenza di terzo grado, sta dando ragione a Superpippo (due vittorie su due con gli Allievi Nazionali, sei gol segnati e uno subito), e se continuasse con la stessa determinazione e passione che era solito mettere sul terreno di gioco in ogni partita, allora non potremmo esimerci dal dire che la carriera di Inzaghi come allenatore ha tutte le premesse per essere una brillante e fortunata scommessa vinta.
C’è poi Tassotti. Zitto zitto, l’ex laterale destro del Milan di Sacchi e Capello è rimasto sempre a stretto contatto con lo spogliatoio. Sono trascorse diverse generazioni, ma Tassotti è una presenza costante al fianco dell’allenatore rossonero. Undici anni sono tanti, troppi per non ambire alla guida tecnica di una squadra e di un club nel quale si è dentro da 32 anni ormai. I maestri di certo non sono mancati all’attuale vice-allenatore rossonero, fra tutti Sacchi. Forse è arrivato davvero il tempo di offrire questa opportunità all’uomo ombra di Ancelotti, Leonardo e ora Allegri. Le carte in regola crediamo le abbia, così come in pochi possono vantarsi di conoscere meglio di lui lo spogliatoio e l’ambiente del Milan. Adesso però c’è ancora Allegri.
Crisi Milan, giusto addossare le colpe solo ad Allegri?
- No, è l’effetto del ridimensionamento attuato dalla società (72%, 108 Voti)
- Si, non è l’allenatore adatto per il Milan (28%, 43 Voti)
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