El Shaarawy è in questo momento l’uomo in più del Milan. La doppietta contro il Cagliari di mercoledì ha elevato le quotazioni del Faraone in maniera esponenziale. Tre gol nelle prime cinque giornate, contro le due reti della scorsa stagione in 22 partite (sempre contro l’Udinese). A Milanello ci si chiede se l’ex Padova possa davvero prendere per mano la squadra rossonera e riportarla nei piani alti della classifica, dopo un avvio shock (tre sconfitte nelle prime 4 giornate di campionato). E qualcuno si chiede anche se El Shaarawy possa diventare quello che Ibrahimovic ha rappresentato per due anni, ovvero l’uomo della provvidenza, il calciatore che ti risolveva le partite da solo. Se si vuole ragionare come il Trap potremmo bollare tale pensiero come folle, prendendo come valore assoluto la carta d’identità. Siamo d’accordo tutti che El sia un classe ’92, ma è altrettanto vero che in Italia attaccanti come lui se ne trovano pochi.
Lo ammettiamo, siamo stati i primi a dare contro il Faraone ad inizio stagione. Contro Samp e Bologna prestazioni da peggiore in campo. Spaesato, fuori ruolo, mai nel vivo del gioco, quasi come se giocasse a nascondino. Era questo l’El Shaarawy di inizio campionato, fra le altre cose pure appesantito. Poi la chiamata di Devis Mangia, neo ct dell’Under 21, che lo convoca per le ultime due partite del girone di qualificazione per gli Europei 2013. Con la maglia azzurra qualcosa in El Shaarawy cambia. Prima il ruolo, restituito finalmente alla fascia di sinistra, la stessa dove a Padova aveva fatto il bello e il cattivo tempo. Poi il gol, due, contro i modesti giocatori del Liechtenstein. Tre giorni dopo contro l’Irlanda arriva la sconfitta, ma il Faraone parte nuovamente titolare e conferma di aver recuperato quella brillantezza fisica che pareva aver perduto. Quando torna a Milano, Allegri riabbraccia un nuovo El Shaarawy.
Il Faraone è stato bravo a conquistarsi nuovamente il Milan grazie a tre gol nelle due partite successive. La prima inutile in quel di Udine, una doppietta fondamentale contro i sardi a San Siro. La svolta appare chiara da Udine, quando Allegri ha variato l’assetto della squadra. Niente più trequartisti, spazio al tridente. Proprio in questo tridente El Shaarawy potrà dare un contributo importante, anche perché dalle sue parti la concorrenza è pressoché nulla (non calcoliamo Emanuelson perché l’olandese non ha la freddezza sotto porta dell’italiano).
Tre gol nelle ultime due gare ed un attacco composto da Emanuelson a destra e Pazzini al centro. El Shaarawy potrebbe trarre ulteriore vantaggio dalla presenza dei due brasiliani che ancora mancano all’appello nell’undici titolare del Milan. Robinho a destra e Pato al centro, un tridente che non avrebbe eguali in Italia. Il Faraone non è mai andato in doppia cifra fin qui. La sua migliore stagione è stata a Padova. Due anni fa in Serie B, dove esplose, segnò 7 reti in 19 partite da titolare (cinque gol tra aprile e maggio). Dopo cinque giornate El Shaarawy è già a quota 3 gol. Il numero 92 del Milan ha tutte le potenzialità per abbattere già da quest’anno la barriera dei 10 gol stagionali e diventare l’uomo in più del Diavolo.