E’ crisi nera per il basket e la pallavolo italiana

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L’Europa ci fa le boccacce sul Bosforo, mandando oltre la barriera corallina della sopportazione una nazionale che era arrivata quarta alle Olimpiadi di Pechino. Un anno per andare a quel paese con uno degli sport di squadra che ci aveva regalato titoli mondiali, trionfi di ogni tipo, addirittura il titolo di squadra del secolo rappresentata da Lollo Bernardi che, probabilmente, vivrà le stesse amarezze del suo ex compagno di Nazionale, il Nano Anastasi che non era uno dei principi ai tempi di Velasco, ma serviva a tenere insieme un gruppo, almeno fino ai giorni in cui l’invidia fece cadere dalla sedia Julio Velasco, così come era accaduto nella pallanuoto con Ratko Rudic, così come fecero quelli del rugby con Georges Coste.
Pensate un po’, erano i tre personaggi che Petrucci, il presidente del Coni, avrebbe voluto nella commissione speciale per lo sviluppo dello sport di squadra, quella dove adesso è entrato Arrigo Sacchi che qualcosa avrà da dire alla prima riunione sulle macerie, o almeno si spera che la carica non sia soltanto fumo negli occhi.
fonte: il Giornale

Casa diroccata per il 3-0 subito dalla Russia che ieri (dopo altre tre sconfitte) ci ha in pratica condannato a cercare oggi contro la Finlandia di non arrivare oltre il decimo posto che sarebbe il peggiore risultato della storia, un postaccio al freddo che non frequentavamo più dal 1975.
C’è da piangere considerando che con due terzi di questa squadra sbriciolata in Turchia dovremo affrontare il mondiale e poi le qualificazioni europee del 2011. Certo a questo punto possiamo dire di stare davvero male a quota zero. Dopo i mondiali disastro dell’atletica, siamo davanti alla rupe dove è sprofondata la pallanuoto, guardando con terrore alla prossima stagione del rugby che si inizierà contro i più forti del mondo, Nuova Zelanda a San Siro e poi i campioni del Sudafrica ad Udine, ma che non promette niente di meglio del solito cucchiaio di legno per il Sei Nazioni.

Nelle ore dello sconforto che hanno fatto gridare al tradimento perché Gianni Petrucci trova assurdo che tanti eccellenti tecnici italiani vadano a dare una mano ad altre nazionali, c’è gente che non riesce più a tacere. Al presidente del Coni ha risposto Fefè De Giorgi, altro personaggio splendido nell’età dell’oro di Velasco, oggi allenatore a Macerata, spiegando che non esistono segreti inviolabili da esportare. Certo che Prandi con la Bulgaria e Bagnoli con la Russia stanno correndo forte, ma quelli sono personaggi che alla pallavolo italiana hanno dato tutto e anche di più, certo che l’Europa è diventata più difficile, come prova a dire per consolarsi il presidente federale Magri, ma nella sostanza bisogna prendere atto di quello che Ettore Messina, dopo 4 anni di successi a Mosca, oggi al Real Madrid, ci ha detto a Bologna, davanti alla chiesa dove il mondo del basket dava l’addio al suo mentore, l’avvocato Porelli: «In Italia lo sport è sempre meno programmazione, c’è poca cultura sportiva. Le società sono sfinite. Devi vincere, ma hai sempre meno mezzi. Se perdi sono calci e allora uno se ne va via».

Certo anche noi siamo andati diritti al cuore della conduzione tecnica: Recalcati, l’uomo dell’argento olimpico, lo consideriamo a fine corsa; Anastasi, vincitore dell’ultimo europeo di pallavolo, ma con la Spagna, richiamato a casa, adesso è davanti a fucili puntati. Un colpevole si trova sempre, ma è ora di rinnovarsi davvero o saranno soltanto estati per il poker e il fantasport.

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