Dopo il danno la beffa arriva dall’Uefa: “Anche l’Italia è responsabile”

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Come se non bastasse quanto accaduto ieri sera a Marassi con i tifosi (per modo di dire) serbi che si sono resi protagonisti di scene di guerriglia prima, durante e dopo la partita Italia – Serbia, gara che è stata interrotta dall’arbitro Thomson dopo 7 minuti di gioco (ha ritenuto che non sussistessero le condizioni di sicurezza in campo per l’incolumità dei giocatori), la Uefa oggi punta il dito non solo contro quei teppisti serbi ma anche verso l’Italia e, attraverso il portavoce Rob Faulkner, “avverte” che il regolamento prevede oltre alla responsabilità di chi provoca incidenti, anche quella della Federazione organizzatrice dell’evento e che deve garantire la sicurezza nello stadio e il regolare svolgimento dell’incontro.

La Uefa ha aperto oggi ufficialmente un’inchiesta e promette punizioni esemplari verso chi e cosa verranno ritenuti responsabili. La FIGC, d’altro canto, si difende e tramite il direttore generale della Federazione italiana Antonello Valentini risponde agli “attacchi” del massimo organismo europeo:

  • Non c’era nessun tipo di allarme non si poteva prevedere questa escalation di violenza. Non abbiamo sbagliato a scegliere la città di Genova e lo stadio Marassi per la partita contro la Serbia. Certo quello che e’ successo ci fa riflettere, ma l’impianto di Genova è a norma e ospita regolarmente partite di Serie A e anche di Champions League.
    Se temiamo sanzioni dall’Uefa? L’istituto della responsabilità oggettiva è uno dei capisaldi della giustizia sportiva internazionale. La dichiarazione del portavoce su eventuali rischi di sanzione anche per l’Italia è dunque di una banalità assoluta
    “.

Nel frattempo l’Uefa ha chiesto alla FIGC l’acquisizione di immagini e filmati da integrare con la relazione del delegato presente a Marassi e del rapporto dell’arbitro Thomson. Il 28 ottobre potrebbe già arrivare il responso dalla Commissione Disciplinare.

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