Nuovo caso di doping nel Mondo del ciclismo e secondo corridore “pescato” a barare durante l’ultima edizione del Giro d’Italia vinto dal siciliano Vincenzo Nibali. Infatti ancora non si sono spente del tutto le luci della vergogna e dello scandalo che hanno colpito uno dei ciclisti più importanti del ciclismo italiano, Danilo Di Luca positivo all’Epo durante l’ultimo Giro d’Italia, che un suo compagno, Mauro Santambrogio, ha pensato bene di imitarlo venendo pescato positivo all’Epo durante un controllo nella prima tappa proprio della corsa rosa 2013 dove il 28enne, compagno di squadra dell’ex 2Killer di Spoltore” alla Vini Fantini – Selle Italia, aveva vinto la tappa di Bardonecchia sul Jafferau e concludendo la corsa a tappe nella classifica generale in nona posizione ricevendo da tutti i complimenti per una prestazione ottima in una carriera sin lì anonima.
Ed infatti lo stupore fra i tanti appassionati di questo fantastico sport non risulta essere più una consuetudine, oramai l’abitudine ad apprendere notizie sulla positività di corridori è diventata quasi paragonabile ad andare a prendersi un caffè la mattina nel proprio bar di fiducia. Ovviamente la domanda che ci si pone è sempre la stessa: dover vincere a tutti i costi attenendo le luci della ribalta sta diventando giorno dopo giorno sempre più importante da essere poi considerati degli emeriti stupidi? perchè per fortuna, almeno in Italia di stupidità dobbiamo parlare considerati gli ottimi controlli che vengono effettuati all’interno del territorio italiano a differenza di quanto succede in altre nazioni, Spagna su tutte. Il povero team manager della Vini Fantini – Selle Italia, Luca Scinto, ha reagito cpsì a caldo su Twitter dopo aver appreso l’ennesima pessima notizia riguardante un suo corridore: “Avete ragione, massacratemi tutti io mi fidavo sono dei pazzi e mi hanno preso per il c….” aggiungendo, “E’ la fine, siamo disperati“.
Mauro Santambrogio come da prassi è stato immediatamente sospeso dall’Unione Ciclistica Internazionale che rimane in attesa di conoscere il risultato delle controanalisi che con ogni probabilità, il corridore italiano chiederà nella speranza di un intervento divino che possa cancellare l’ennesima, e purtroppo sappiamo non ultima farsa del ciclismo italiano ed internazionale.