E confessione fu: il quarantunenne ex ciclista texano Lance Armstrong, in un’intervista della durata di novanta minuti rilasciata a Oprah Winfrey e registrata nella casa di Austin di Armstrong, che andrà in onda giovedì, ha ammesso di aver fatto uso di doping nel corso della sua carriera per poter vincere la più ambita competizione ciclistica, ossia il Tour de France. Per ora, dunque, si tratta di indiscrezioni circa le sue ammissioni ma ben fondate anche se rimaste anonime, ed avrebbero riportato tali indiscrezioni ad Usa Today; Oprah Winfrey, invece, non ha voluto confermare nello specifico quanto trapelato – probabilmente per mantenere l’alone di curiosità attorno alla sua trasmissione – ma ha Twittato “appena concluso con Lance Armstrong, due ore e mezza, è arrivato pronto”.
Lo stesso Lance Armostrong, nella giornata di lunedì, si è scusato con i membri della sua Fondazione per la lotta al cancro, Livestrong, per averne offeso ed incrinato l’immagine con la sua condotta certamente non consona. Inoltre, nella giornata di sabato, in vista dell’intervista, l’ex ciclista si dichiarava pronto a rispondere “direttamente, onestamente e candidamente” alle domande della nota giornalista.
Tutti segnali che, dunque, qualcosa “di grosso” è stato detto e che, comunque, entro due giorni sarà reso noto dalla messa in onda dell’intervista, portando sicuramente ad un grande scalpore in virtù della portata della confessione, della tematica scottante e della dimensione mediatica dell’ex ciclista, uno dei più vincenti della storia recente della bicicletta.
A questo si aggiunge, poi, un ulteriore possibile risvolto clamoroso considerando che, secondo fonti vicine al New York Times, Lance Armstrong avrebbe intenzione di testimoniare contro alcune importanti figure del ciclismo mondiale che sarebbero state a conoscenza del suo uso di sostanze dopanti e che non avrebbero fatto nulla per contrastarlo nè farlo emergere ed, anzi, avrebbero favorito ed agevolato in qualche modo. In tal senso, Lance Armstrong dovrebbe riferire le sue eventuali accuse al Dipartimento di Giustizia ed i nomi “caldi” in questione vi sarebbero il noto banchiere Thom Weisel, insieme ad altri esponenti del suo team, l’Us Postal Service.
A questo punto, dunque, è lecito chiedersi “perchè” tali rivelazioni giungano proprio in questo momento, e cosa lo abbia spinto a confessare qualcosa di così pesante: probabilmente, in questo modo, Armstrong spera di potersi in qualche modo riabilitare agli occhi dell’opinione pubblica, considerando che sulla sua immagine pesa come un macigno il bando a vita dagli sport olimpici, oltre al fatto di essere stato privato da parte dell’Unione Ciclistica internazionale dei suoi sette titoli di campione del Tour de France a seguito del dossier pubblicato dall’Agenzia anti-doping in cui emergeva la partecipazione diretta di Armstrong a contribuire alla creazione di un sistema estremamente sofisticato di doping, “mai visto prima nella storia dello sport”, così come dichiarato da Travis Tygart, il numero uno dell’Agenzia anti-doping.
In tale dossier, inoltre, non è presente soltanto il nome di Lance Armsotrong, che è però considerato “la mente” del programma doping fatto di steroidi, stimolatori e farmaci che avevano effetto sulla circolazione sanguigna, ma anche altri undici componenti della squadra Us Postal Service a partire dagli anni Novanta.