Dopo il divorzio annunciato e poi ritirato nella stagione in corso, questa volta per Edi Reja è tempo di salutare definitivamente la Lazio, affermando a chiare lettere di “essere stanco” e di non aver alcuna intenzione di “cambiare idea”. Il tecnico goriziano, infatti, ha voluto far luce sui motivi della sua decisione, analizzando i fattori che lo hanno indotto a scrivere la parola fine sulla sua avventura in biancoceleste. Non gli screzi con il presidente Lotito o con la dirigenza – al contrario di quanto si poteva ipotizzare – bensì le pressioni eccessive provenienti dall’ambiente circostante, dalla piazza romana così esigente nonostante i risultati positivi della sua Lazio.
Una piazza che, però, non è riuscita a valutare positivamente l’operato di Reja e dei suoi ragazzi, nonostante per due stagioni consecutive siano riusciti a centrare la qualificazione in Europa: risultati che sembrano non bastare all’ambiente laziale, “come se non avessimo fatto nulla, è triste pensare che un quarto posto non valga niente”. Le ragioni del suo addio, dunque, potrebbero essere sintetizzate con riferimento a due aspetti cruciali: la negatività dell’ambiente e le eccessive pressioni della piazza, che lo hanno ferito in alcune circostanze, come nel caso in cui – dopo le sue dimissioni prima della gara contro l’Atletico Madrid in Europa League (poi ritirate, ndr) – lo definirono“un vigliacco”.
La decisione di Reja, dunque, è stata comunicata informalmente al presidente Claudio Lotito, con il quale in questi giorni il tecnico è rimasto in continuo contatto telefonico, anche alla luce del fatto che, dopo l’incontro di martedì scorso a Formello, il presidente ha invitato Reja a “prendersi una settimana di riflessione” prima di qualsiasi decisione definitiva. La settimana in questione è quasi terminata e la decisione di Reja non pare assolutamente esser cambiata, come lui stesso ribadisce perentoriamente: “Non resto e non torno indietro”, declinando, così, anche la proposta del presidente di rinnovare il contratto per una stagione ancora, in prospettiva di una serie di rinforzi importanti nel mercato estivo per tentare concretamente la qualificazione alla Champions League nella prossima stagione.
Chiuso il capitolo Reja, quindi, per Lotito e Igli Tare è tempo di guardare avanti, sondando il terreno per individuare il tecnico laziale della prossima stagione: i nomi sul taccuino sembrano essere principalmente quelli di Gianfranco Zola, Roberto Di Matteo ed anche Pierluigi Casiraghi. Sul nome di Zola, però, in queste ore è giunta una secca smentita da parte del suo agente, Fulvio Marrucco, che ha rivelato chiaramente che – dallo scorso mese di Febbraio – “non c’è stato più alcun contatto con Lotito”. Se la pista Zola dovesse essere abbandonata, dunque, potrebbe essere considerata primaria quella che conduce all’attuale tecnico del Chelsea, che domani disputerà la finalissima di Champions League contro il Bayern, anche alla luce del passato di Di Matteo alla Lazio, in cui militò per tre stagioni, proprio prima di prendere la strada di Londra. Infine, l’alternativa Casiraghi, ex biancoceleste, che ha avuto la sua principale esperienza in panchina alla guida della Nazionale Under 21: sul suo conto, dunque, i dubbi sarebbero legati proprio alla mancanza di esperienza in una squadra di club di alto livello, con le conseguenti pressioni provenienti dalla piazza laziale.