C’era tanta attesa per la conferenza stampa di Delio Rossi dopo la follia andata in scena mercoledì sera al Franchi di Firenze durante Fiorentina – Novara. Il tecnico, ormai ex viola, parla a distanza di due giorni dall’aggressione, che gli è costata l’esonero e 3 mesi di squalifica, al suo giocatore Adem Ljajic, richiamato in panchina alla mezz’ora del primo tempo e che non avrebbe gradito la sostituzione insultando, con epiteti ancora tutti da accertare, l’allenatore che ha trovato l’appoggio di tutta la tifoseria viola che questa mattina ha appeso uno striscione fuori dallo stadio che recita ‘Da mercenari circondato, uomo vero ti sei dimostrato‘.
Queste le parole di Delio Rossi in conferenza stampa:
“E’ difficile essere qui per me in questo momento anche perché, per la situazione che si è venuta a creare, la mia avventura a Firenze è finita. Sono venuto per salutare la città, ringrazio la famiglia Della Valle per aver vissuto questa avventura in cui ho creduto e credo ancora“.
“Sono dispiaciuto e chiedo scusa per l’episodio alla gente di Firenze, ai miei giocatori, alla mia società e a Ljajic. Ma una cosa mi ha dato fastidio: ho visto in questo frangente molti moralisti e perbenisti che si sono permessi di dare dei giudizi senza aver vissuto la situazione, senza sapere la storia di un uomo, senza sapere di chi parlavano. La mia è la storia di un ragazzo che ha iniziato ad allenare i bambini del Foggia per portarli fuori dalle strade, ha allenato gli operai la sera, ha allenato nei campi polverosi della Serie C e sono arrivato ad allenare i professionisti. Non mi sono mai premesso di dare giudizi lesivi nei riguardi di nessuno, ho solo pensato a lavorare“.
“Su alcuni punti fermo non transigo. Il rispetto della mia persona, il rispetto del mio lavoro, il rispetto della squadra che alleno e il rispetto della mia famiglia. Se toccano questi punti non va bene. Chiedo scusa per l’episodio, il gesto è stato brutto, deprecabile ma mi ha dato fastidio questo perbenismo. Hanno detto che se fossi stato furbo l’avrei fatto dentro lo spogliatoio invece che davanti alle telecamere, allora sarebbe stato virile? Non mi sembra giusto. Non ho mai detto di essere Padre Pio, ma non ho mai alzato un dito contro nessuno, neanche sui miei figli. Ho sbagliato, pago, sto pagando“.
“C’è un bel proverbio indiano che dice: ‘Prima di dare un giudizio su una persona devi camminare due giorni con i suoi mocassini’. Non devo vendere niente, non voglio essere il paladino di nessuno, credo in quello che faccio ma molte volte ferisce di più la lingua che la spada e su certe situazioni non transigo“.
Infine chiusura dedicata alla situazione che vive e ha vissuto al Fiorentina in questa difficile stagione con la salvezza quasi raggiunta:
“In questo momento la barca è quasi in porto, bisogna mettere solo l’ancora, ma la palla rotola ancora. Avremo modo di parlare, alla gente di Firenze dico solo di stare vicino alla squadra alla famiglia Della Valle e a questi giocatori. Del resto allenatori e giocatori passano ma i colori rimangono. Io ho sempre operato per il bene della mia squadra e se mi trovo in questa situazione è per questo, se fossi stato un altro me ne sarei fregato. Io certe cose me le tengo dentro. E poi i due partiti, sto con uno o l’altro non va bene, non lo trovo giusto“.
Senza entrare nel merito se sia giusta o sbagliata la reazione a degli insulti (da ieri esperti e non si sono cimentati a decifrare il labbiale di Ljajic ancora da accertare, secondo alcuni avrebbe offeso il figlio portatore di handicap “Sei più handicappato di tuo figlio” mentre secondo altri e secondo la versione dello stesso calciatore si sarebbe limitato ad una provocazione forte ma ristretta “Bravo, bravo, grazie, sei grande“) con l’aggressione, era inevitabile per Delio Rossi l’esonero da parte della proprietà e la squalifica di tre mesi inflitta dal giudice sportivo. Ljajic si è anche lui scusato con società, compagni, tifosi e tecnico ed è attualmente stato messo fuori rosa in attesa della punizione che i Della Valle gli riserveranno. Una brutta faccenda che sia i diretti interessati che la tifoseria e la società vorranno dimenticare al più presto.