Del Piero – Juve, il lungo addio del Capitano

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Alessandro Del Piero © Giuseppe Bellini/Getty Images

Avrebbe voluto congedarsi dal pubblico che lo ha sempre osannato e da quella squadra che ha immensamente amato in tutt’altro modo, con un’altra vittoria e un altro trofeo da poter mettere in bacheca ma il suo sogno Alessandro Del Piero lo ha realizzato la settimana scorsa quando allo Juventus Stadium davanti ai suoi tifosi nella cerimonia di premiazione ha potuto ufficialmente alzare al cielo lo scudetto vinto, il primo del dopo Calciopoli e per questo, forse, il più importante della sua carriera e della ultrasecolare storia della Juve per quello che è stato il tricolore del riscatto.

Il rammarico per aver visto sfumare l’ultimo obiettivo stagionale, la Coppa Italia persa in finale contro il Napoli, esiste ed è evidente sul suo volto quando il Capitano di mille battaglie va a prendersi la medaglia riservata ai secondi classificati. Mille i pensieri e profondi i sentimenti per quella che poteva essere la “ciliegina sulla torta” di una annata fantastica sotto tutti i punti di vista, consapevole che quella di ieri sera sarebbe stata la sua ultima partita con la Juventus, la sua ultima apparizione con quella maglia bianconera tatuata sulla sua pelle e indossata fieramente e orgogliosamente per 19 lunghi anni, in giro per l’Italia, per l’Europa e per il Mondo. “E’ come andare via di casa per la seconda volta” aveva detto Del Piero in un’intervista. Un divorzio sofferto, un lungo addio. Sarà solo un arrivederci, tornerà a “casa” con un incarico dirigenziale una volta che deciderà di dire basta con il calcio giocato e appendere le scarpe al chiodo perchè la Juve non può fare a meno del suo patrimonio: 8 scudetti (6 più quello revocato e quello assegnato all’Inter), 4 Supercoppe italiane, 1 Coppa Italia, 1 Champions League, 1 Coppa Intercontinentale e 1 Supercoppa Europea il suo palmares ai quali vanno aggiunti i successi in Nazionale, il Mondiale nel 2006 e gli Europei Under 21 nel ’94 e nel ’96.

Alessandro Del Piero © Giuseppe Bellini/Getty Images

Calato il sipario sulla sua carriera in bianconero (da calciatore), per Pinturicchio è arrivato il momento di voltare pagina per un rinnovo di contratto auspicato dallo stesso Alex e da tutti i tifosi bianconeri ma che non è arrivato: “E’ stata una stagione fantastica, questa. Diciamo che la ciliegina non l’abbiamo mangiata, ci siamo accontentati di mangiare la torta tricolore” – ha detto Del Piero al termine del match contro il Napoli – “Adesso vado in vacanza al mare e lì proverò a metabolizzare la situazione. L’immagine più bella? Mi porto dietro 19 anni tutti interi. Avrei scelto un esito diverso per lasciare: c’è l’amaro in bocca, ma siamo orgogliosi per questa stagione fantastica. Ora devo voltare pagina, non smetto e infatti cambio pagina alla mia storia”.

Il saluto più bello, in un turbine di mille emozioni, ai tifosi bianconeri lo aveva già fatto il 13 maggio 2012, in una mite giornata di primavera davanti non solo ai 40 mila (fortunati, ndr) spettatori dello ‘Stadium’ commossi che un giorno potranno vantarsi di dire “io c’ero“, ma anche a tutti i tifosi bianconeri altrettanto commossi sparsi in tutta Italia e nel mondo che dall’estate del 2006 non attendevano altro che quel momento, vedere nuovamente il simbolo, la bandiera, la leggenda della Juventus alzare la coppa scudetto al cielo e urlare di gioia, riportando il club più titolato d’Italia al successo dopo aver attraversato gli anni più bui della sua storia calcistica, come solo un buon Capitano sa fare, un Capitano che coraggiosamente non ha abbandonato la sua nave che stava per affondare e che ha saputo ricondurla con decisione nel porto più vicino (promozione immediata in Serie A) salvandola dall’inabissamento (la Serie B) tenendo uniti tutti i tifosi e tutto l’ambiente facendo da guida quando alla Juve questa figura era completamente assente. Questo i tifosi lo hanno sempre saputo, la devozione e la gratitudine che il popolo bianconero ha verso la sua bandiera, verso colui che ha fatto la storia del club, è eterno per i motivi sopracitati al di là del record di gol e di presenze con quella stessa maglia. Tifosi che lo hanno ripagato, a loro volta, con il saluto più bello che gli si potesse tributare, esprimendo in poche ma significative parole tutta la riconoscenza che il popolo bianconero ha del suo Capitano e del suo numero 10, oltre ai cori, oltre ai calorosi ringraziamenti per quanto fatto in questi 19 anni, con uno striscione che campeggiava in curva e che parafrasava la celeberrima frase di Boniperti “Del Piero non è importante, è l’unica cosa che conta“. Amen

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